A fare notizia sono il numero e il nome: 500 e Toyota. A inizio settimana, la filiale tedesca del più grande costruttore al mondo, impegnato nel testa a testa con il gruppo Volkswagen per la leadership globale, ha inviato la revoca del mandato a tutti i concessionari tedeschi che distribuiscono auto nuove. La scadenza del contratto è stata fissata per il 31 maggio del 2016. Il giorno dopo, il primo giugno, a solo 400 di essi sarà firmato un nuovo mandato.

Insomma: una ristrutturazione pesante della rete di vendita nel più grande mercato europeo, oltre 3 milioni di auto immatricolate nel 2014 e già più di un milione nel primo quadrimestre del 2015. Sia lo scorso anno sia l’inizio di questo sono contrassegnati dal segno “+” (rispettivamente +2,9% e +6,4%), ma non per Toyota che ha archiviato il 2014 con una flessione del 5,1% (70.267 unità immatricolate) e ha chiuso il primo quadrimestre con un passivo dell’8,7% (poco meno di 21.000 auto vendute) e con il 2% di quota di mercato. A livello europeo, nel primo trimestre il marchio giapponese ha raggiunto una “market share” doppia, 4%, e del 3,9% in Italia. In Germania, invece, la Toyota è costretta ad inseguire. Come quota di mercato è stata oscurata dai coreani della Hyundai (3%), surclassata dalla Seat (2,8%), scavalcata dai connazionali della Nissan (2,4%) e anche dalla Fiat (2,3%). Ed è tallonata da vicino dalla Mazda (1,8%) e dalla Kia (1,6%).

Il responsabile della comunicazione di Toyota Germania, Thomas Schalberger, ha spiegato alla rivista Automobilwoche che l’obiettivo è quello di migliorare la redditività di ciascun dealer. Nessun riferimento alla crescente debolezza nelle vendite, ma solo il fatto che ogni concessionario “dovrà adeguare le proprie strutture alle modificate esigenze del mercato nel corso dei prossimi dodici mesi”. È quasi scontato che per far fronte al calo della domanda, diversi venditori abbiano cercato altri mandati e magari spinto meno su Toyota. Del resto è da anni che il marchio soffre: a fine 2013, quando ancora la quota era del 2,5%, aveva dovuto rassegnarsi ad una flessione dell’8,4% (74.000 macchine), il doppio di quella del mercato.

La gamma “nazional popolare” non piace troppo ai tedeschi, alla quale preferiscono semmai le più prestazionali Lexus: nei primi 4 mesi il marchio di lusso ha guadagnato il 41,8%, anche se con numeri esigui (meno di 600 auto). Tra gennaio e marzo, nessun veicolo Toyota figura fra le 50 auto più vendute. La Yaris, la più gettonata, è 55esima in calo del 19,% rispetto allo stesso periodo del 2014 (l’Auris 65esima, quasi -27%).

Un aggiornamento della rete è naturale e scontato, ma una riduzione di un quinto del numero dei concessionari è un taglio drastico, evidentemente per favorire i punti vendita che investono. Nel recente passato anche Mercedes-Benz aveva sforbiciato il numero dei saloni, ma si trattava di quelli gestiti direttamente: alcuni sono stati venduti, altri affidati. Fra i marchi giapponesi, la stessa Mazda aveva sottoposto la filiera tedesca ad una cura dimagrante. Chi ha tenuto duro è stato premiato, soprattutto grazie all’arrivo di nuovi modelli: in Germania il 2014 era stato chiuso con una progressione del 16,7%.

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