“Ci sono diverse similitudini con Gomorra, intanto nella struttura del film, con tante storie che si intrecciano, ricordo che anche nella scelta delle storie da sviluppare in Gomorra c’era una grande difficoltà perché erano molte e anche in questo progetto i racconti erano 50 e non sapevamo quale sviluppare, poi ne abbiamo presi tre al femminile che raccontano di tre donne di età diverse” . Matteo Garrone parla così ai microfoni de ilfattoquotidiano.it de ‘Il Racconto dei Racconti’, il suo primo film fantasy-horror tratto liberamente da Lo cunto de li cunti, il primo vero libro di favole scritto nel 600 da Giambattista Basile, dal 15 maggio in oltre 400 sale nello stesso giorno della presentazione in concorso al Festival di Cannes. Ma Garrone racconta anche delle “difficoltà di realizzazione”: nessuna banca italiana ha infatti voluto anticipargli i soldi e si è dovuto rivolgere a una finanziaria francese: “Non mi hanno finanziato nonostante io avessi dei contratti con Rai Cinema e con il ministero dei Beni Culturali e dovevo scontare questi contratti – spiega il regista romano -, ma le garanzie non sono bastate perché la mia casa di produzione, che aveva prodotto altri miei film degli inizi, non aveva prodotto in passato – continua -, a loro avviso, film grossi come questo, quindi non sapevano come sarei stato io nel restituire i soldi”. Poi gli chiediamo se tornerà a occuparsi di film legati alla cronaca nera e di un suo vecchio progetto ispirato al delitto del 1988 alla Magliana a Roma di Giancarlo Ricci e ribattezzato dalla cronache come il delitto del ‘Canaro della Magliana’, “è un progetto sospeso per ora” di Patrizia Simonetti