Lo Stato Islamico ha, comunicato di aver ristrutturato l'Hotel Ninawa e organizzato una cerimonia con tanto di festa a bordo piscina e fuochi d’artificio. Le 262 stanze sarebbero destinate ai ranghi alti dell’organizzazione terroristica provenienti da fuori città o ai membri di organizzazioni terroristiche in visita nel califfato. Che sia realtà o finzione, è l'ultima frontiera della strategia comunicativa dell'Is
Festa a bordo piscina, fuochi d’artificio, albergo a cinque stelle. Non è la fotografia di un party a Las Vegas, ma quella che lo Stato Islamico spaccia per l’inaugurazione del loro primo hotel di lusso, a Mosul, la più grande e importante città irachena nelle mani dell’autoproclamato califfato. Bufala propagandistica o nuova frontiera di Isis? Gli esperti stanno analizzando le immagini diffuse dallo Stato Islamico che, intanto, parla di un grande evento organizzato per la notte dell’1 maggio, durante il quale i vertici dell’organizzazione terroristica hanno invitato “tutti i buoni musulmani” a partecipare. Tutto gratis, offre Isis, in cambio di un’altra occasione per fare propaganda su Twitter.
I profili social vicini agli uomini di Abu Bakr al-Baghdadi hanno infatti diffuso le immagini della festa e dei lavori di ristrutturazione che si sono resi necessari, dopo quasi un anno di guerra e raid aerei che continuano a colpire la seconda città irachena per grandezza. Le fotografie mostrano quello che sembra essere l’ormai ex Hotel Ninawa, uno dei cinque stelle più lussuosi della città, ristrutturato, ridipinto e con due grandi bandiere nere del califfato che sventolano all’entrata.
Duecentossessantadue stanze, piscina, palestra e molti altri comfort destinati ai ranghi alti dell’organizzazione terroristica provenienti da fuori città. Mentre i jihadisti potranno così godersi i servizi offerti dalla struttura, anche se un edificio del genere sembra un bersaglio troppo facile da colpire per l’aviazione occidentale, la stessa cosa, probabilmente, non varrà per la popolazione che, per la maggior parte, non può permettersi di pagare una stanza in hotel così lussuosi. Per loro, il nuovo cinque stelle dell’Isis rappresenterà solo l’ultima trovata propagandistica dello sviluppato reparto comunicazione dell’organizzazione terroristica. Un grande edificio, lussuoso, dove godere di tutti i comfort possibili nel cuore del califfato. Uno schiaffo alla coalizione occidentale che continua a portare avanti i suoi raid aerei sull’Iraq (dodici solo il 5 maggio) ma che, cercano di far credere gli uomini di al-Baghdadi, non impediscono allo Stato Islamico di vivere nella normalità, godendosi anche serate di festa.
Ma la propaganda dei miliziani in nero non è indirizzata solo a chi vive nei territori dell’autoproclamato califfato. Questo ostentare tranquillità e fare sfoggio di lusso è un messaggio che vuol attirare l’attenzione dei movimenti terroristici che strizzano l’occhio al gruppo di al-Baghdadi e ad aspiranti jihadisti sparsi fuori dai confini dello Stato Islamico. Uno specchietto per le allodole che ha l’obiettivo di reclutare nuovi combattenti, dopo le numerose perdite subite proprio in territorio iracheno negli ultimi mesi. È così che le immagini dei lavori di preparazione, dei risultati della ristrutturazione e dell’evento d’inaugurazione sono stati subito diffusi dalla comunicazione di Isis sui social network, lanciando anche l’ennesima sfida alla coalizione occidentale che continua a bombardare le postazioni del califfato.
Mosul, infatti, è stata una delle prime città a cadere nelle mani dei jihadisti, nell’estate 2014, ed è diventata da subito una delle roccaforti dell’organizzazione: è stata per molti mesi la residenza di al-Baghdadi, è il luogo dove ancora oggi vive quello che è considerato l’erede del califfo, Abu Alaa Afri, ed è considerata la capitale irachena di Daesh, al pari di Raqqa in Siria. Anche per questi motivi è oggetto di duri attacchi da parte della coalizione occidentale, guidata dagli Stati Uniti, che ha cercato di stanare i capi jihadisti che a Mosul tenevano spesso i loro incontri per pianificare le mosse dello Stato Islamico.