Da Salvini a Sel le accuse di "schiavismo" al ministro dell'Interno. Ma dal Trentino alla Toscana diverse amministrazioni impiegano da tempo i richiedenti asilo in servizi di manutenzione del verde, pulizia delle spiagge e attività di volontariato. "Anche per favorire l'integrazione". E il sindaco di Rovereto provoca il leader della Lega: "Abbiamo una ramazza anche per te"
Il ministro Alfano chiede ai Comuni di “far lavorare gratis i migranti” e su di lui piovono accuse di “schiavismo”, da parte di Salvini come di Sel. Ma in realtà in molti Comuni già succede, proprio in virtù della circolare citata da Alfano, che si riferisce non ai migranti in genere, ma ai profughi in attesa di riconoscimento del loro status, che dallo Stato ricevono vitto, alloggio e una diaria. La circolare, diramata il 27 novembre dal Dipartimento per l’Immigrazione del Viminale, riguarda “esclusivamente i richiedenti asilo”. “Dobbiamo chiedere ai Comuni di applicarla”, ha affermato ieri il ministro dell’Interno.
Per esempio il Comune di Rovereto, in provincia di Trento, ha messo in pratica la circolare con l’intento di favorire l’integrazione attraverso un percorso di cittadinanza attiva. “Un modello di accoglienza – spiega il Comune – che attraverso l’amministrazione condivisa dei beni comuni promuove la conoscenza reciproca e la partecipazione”. Sono sempre più numerose, in Italia, le città che nell’accogliere i profughi in arrivo dal Mediterraneo decidono di coinvolgerli in attività di volontariato o in lavori di pubblica utilità, dalla pulizia delle spiagge fino alla manutenzione delle aree pubbliche. “E’ un modo – spiega l’assessore provinciale alla Solidarietà sociale della provincia autonoma di Trento, Donata Borgonovo Re, che ha siglato un protocollo proprio per offrire un’occupazione socialmente utile ai profughi ospitati nel territorio – per legare il concetto di accoglienza a quello di reciprocità, e mettere in contatto, creando un rapporto di fiducia, chi arriva nel nostro paese con la popolazione residente”.
A Livorno, ad esempio, 30 profughi il 9 maggio faranno parte delle squadre di volontari del progetto “Spiagge e fondali puliti”, che dedicherà una giornata alla pulizia della costa contro l’abbandono indiscriminato dei rifiuti lungo i litorali toscani. Il Comune di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, poi, ha siglato un protocollo d’intesa per far sì che i richiedenti asilo ospitati in città possano svolgere attività di volontariato. Un’iniziativa suggerita al sindaco Roberto Tonon proprio dai migranti, a favore della comunità che li ha accolti. Ancora, il Comune di Modena assieme alla Prefettura e all’Associazione servizi per il volontariato di Modena, ha a sua volta sottoscritto un patto per coinvolgere gli immigrati in attività socialmente utili, a partire dalla cura e della manutenzione del verde pubblico. “Ci sembra giusto – spiega l’assessore al Welfare Giuliana Urbelli – offrire delle opportunità per permettere ai migranti di ricambiare l’ospitalità che ricevono”. “Avremo con loro colloqui personalizzati per incamminarli verso attività di utilità sociale a favore della collettività – spiega Emanuela Carta, presidente di Asvm – e questo clima di reciprocità sarà fondamentale per valorizzare le loro capacità, e per far crescere anche in loro una coscienza della partecipazione”.
A Cesena questo sistema funziona già da tempo, conferma il sindaco Paolo Lucchi, “e va a beneficio di tutti: delle persone che ospitiamo, che hanno modo di partecipare alla vita della comunità, e dei cittadini, che hanno l’occasione di conoscerli, il che allontana i timori e dimostra dei migranti di integrarsi nel territorio”. In città i profughi indossano la pettorina gialla dei volontari, e attrezzi alla mano puliscono strade, parchi pubblici e si occupano degli orti sociali, messi a disposizione dall’amministrazione per le famiglie in difficoltà. “Noi diamo loro un’assicurazione e gli strumenti per lavorare, è una soluzione semplice per favorire la convivenza e la conoscenza. Un po’ di concretezza romagnola in una situazione d’emergenza che prosegue da anni”.
Stesso discorso in Liguria, dove i migranti si occupano della manutenzione dei sentieri delle Cinque Terre. A Sarzana (La Spezia), che impiegherà 30 giovani profughi, tra i 18 e i 20 anni, per ripulire i parchi e le aree verdi cittadine. Salsomaggiore e Tabiano, a partire da novembre hanno avviato il progetto “Cittadinanza attiva” gestito dal servizio ambiente dei Comuni: 34 migranti che faranno volontariato dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12, per pulire i marciapiedi, raccogliere le foglie e occuparsi dello svuotamento dei cestini stradali. A Rovereto il sindaco Andrea Miorandi, ricandidato per il secondo mandato, poi, ha twittato al segretario leghista Matteo Salvini una sua foto (che pubblichiamo in alto) accanto ai migranti che partecipano ai progetti per la cura della città, con la didascalia: “Profughi volontari per Rovereto, Matteo Salvini: abbiamo una ramazza anche per te”.
“Il lavoro – spiega Pierluigi Montebello, presidente di Cesenatico No Borders, un gruppo di cittadini volontari che ha proposto anche al Comune della Riviera di avviare iniziative di cittadinanza attiva per profughi – è lo strumento che rappresenta la dignità delle persone quindi è un ottimo mezzo per favorire l’integrazione. Ed è anche un modo per sconfiggere i luoghi comuni”.
Più critico, invece, è il coordinamento migranti di Bologna, che prima di parlare di integrazione tramite la cittadinanza attiva vorrebbe dal governo Renzi un cambio di rotta. “E’ il partito dei rottamatori? Allora sfidiamo le leggi europee e dichiariamo che nel nostro territorio la vita di chi arriva vale più di una normativa – sottolinea Giorgio Grappi – altrimenti è tutta ipocrisia. Solo allora si può parlare di potenziare i progetti per l’integrazione attraverso volontariato e lavori socialmente utili, che ad oggi sono sì validi, ma numericamente ancora troppo poco rilevanti rispetto al numero di profughi e migranti in arrivo in Italia”.