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Cina, azienda paga viaggio in Francia a 6400 impiegati. Costo 13 milioni di euro

La Tiens Group, imponente conglomerato che si occupa di e-commerce, turismo e biotecnologie fondato nel 1995, ha prenotato per i propri dipendenti 4.760 camere in 79 alberghi a 4 e 5 stelle. Per gli spostamenti è previsto l'affitto di 146 pullman. Secondo un sondaggio del Financial Times, per i cinesi quello in terra francese rimane il "viaggio dei sogni": vogliono visitarla il 31,6% degli intervistati, il 20,9% che vuole venire in Italia

Un’azienda cinese di 12mila impiegati ha deciso di regalare a circa la metà di loro un viaggio premio in Francia. Per festeggiare i vent’anni dell’azienda, a Parigi sono stati prenotati 140 alberghi, e una visita di massa al Louvre. Le Parisien prevede spenderanno un totale di 13 milioni di euro. L’azienda in questione, la Tiens Group, è stata fondata nel 1995 e negli anni è diventata un imponente conglomerato che si occupa di e-commerce, turismo e biotecnologie. Il suo fondatore e presidente, il 57enne Li Jinyuan, figura nella lista dei miliardari stilata da Forbes dal 2011. Secondo il portavoce dell’azienda, avrebbe incontrato il ministro degli esteri francese Laurent Fabius mercoledì scorso. Il gruppo da 6400 persone passerà il weekend in Costa Azzurra dove sono state prenotate 4760 camere in 79 alberghi a quattro e cinque stelle. Per gli spostamenti è previsto l’affitto di 146 pullman.

Sebbene la Cina non sia nuova ai viaggi aziendali – e anzi anche gli istituti e le aziende statali li abbiano sempre organizzati per i loro quadri più elevati – questi sono numeri da Guinness dei primati. La Francia continua così ad essere la nazione più visitata al mondo. I circa 85 milioni di turisti che la visitano ogni anno generano circa 150 miliardi di euro, il 7% del pil nazionale. Un sondaggio del Financial Times dimostra come sono anni che per i cinesi la Francia rimane il “viaggio dei sogni”. Vogliono andare in Francia il 31,6% degli intervistati, contro il 20,9% che vuole andare in Italia. E l’anno scorso vi si sono recati 2,2 milioni di turisti cinesi contro gli appena 530mila che hanno visitato l’Italia.

Di fatto una classe media sempre più sofisticata, il reddito medio sempre più elevato, i voli più economici e l’apprezzamento dello yuan sull’euro sono tutti fattori che contribuiscono a fare dell’Europa una meta sempre più comune per i turisti cinesi. Da quelli che possono permettersi viaggi individuali e di lusso a chi continua a essere organizzato in gruppo. Una crescita impressionante se si pensa che l’anno scorso oltre 100 milioni di cinesi hanno viaggiato all’estero contro i soli otto milioni del 1998. Hanno speso più di 140 miliardi di euro, contro gli appena cento spesi da tutti i turisti stranieri in Cina. E sono anche stati i principali acquirenti di beni di lusso. Nel 2014 i turisti cinesi hanno rappresentato il 40% del mercato del lusso in Francia, il 35% di quello italiano e il 25% di quello britannico. Per l’Expo di Milano si attendono oltre un milione di turisti cinesi e, nelle ultime stagioni, la loro presenza in Italia è cresciuta in media del 18% ogni anno.

Il numero di turisti cinesi in giro per il mondo, ha addirittura preoccupato il governo. Per evitare che la reputazione della Cina venga infangata da cinesi maleducati in giro per il mondo, il governo ha pubblicato una guida di 64 pagine di indicazioni per i “turisti civili”. E da aprile i funzionari governativi possono mettere su una lista nera chi si è comportato in maniera inappropriata durante le proprie vacanze. Per ora sulla lista ci sono quattro nomi che vi rimarranno fino a marzo 2017. C’è una coppia che ha tirato acqua bollente sulla hostess che non gli aveva permesso di cambiare posto per sedersi vicino e un giovane al suo primo volo in aereo che ha aperto il portellone di sicurezza perché “aveva bisogno di aria fresca”. L’ultimo in ordine di tempo si è fatto fotografare seduto in maniera irriverente sulla testa della statua di un’eroe della Lunga marcia. Ancora non è chiaro se verranno in qualche modo sanzionati o puniti, ma sicuramente la loro onta verrà fuori ogni volta che un funzionario incaricato di preparargli i documenti di viaggio consulterà un database.

di Cecilia Attanasio Ghezzi