Cancellato dalla precedente stesura del disegno di legge, ora torna in un’emendamento, anche se in una formula un po’ più blanda: il cosiddetto “ergastolo della patente” – pena accessoria del nuovo reato di omicidio stradale che vuole contrastare i pirati della strada – è la revoca permanente della licenza di guida a chi è stato condannato in via definitiva per aver causato un incidente mortale mentre era alla guida drogato o ubriaco. Il 21 aprile scorso, durante la discussione del disegno di legge sull’omicidio stradale in Commissione Giustizia al Senato, l’articolo relativo all’ergastolo della patente era stato cancellato dal relatore Giuseppe Luigi Cucca (Pd) che temeva che “un simile meccanismo sanzionatorio, per la definitività dei suoi effetti, non fosse “difendibile sul piano della legittimità costituzionale”.
La decisione aveva raccolto critiche da parte della stampa e delle associazioni, tanto che il 6 maggio, sempre in Commissione Giustizia, un emendamento a firma di Giacomo Caliendo (Fi-Pdl) ha riproposto una pena accessoria simile, anche se non “definitiva” . Nel caso di revoca della patente per omicidio stradale, “l’interessato non può conseguire la nuova patente di guida (…) o la nuova patente nautica prima che siano decorsi 12 anni dal provvedimento di revoca”. Il termine è elevato a 20 anni nel caso di recidiva, e sino a 30 anni “nel caso in cui l’interessato si trovasse alla guida in stato di ebbrezza alcoolica o in stato di alterazione conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti e avesse anche violato i limiti di velocità al momento della determinazione del sinistro”.
“Sarebbe già un positivo passo avanti rispetto all’ipotesi iniziale che prevedeva nei casi di omicidio stradale la revoca della patente da 5 a 12 anni”, scrive Giordano biserni, presidente dell’Asaps, Associazione Amici Polizia Stradale. Ma “chi stabilirà se la sottile linea del limite di velocità è stata superata? Solo le perizie, con tutto quello che consegue”. L’Asaps contesta poi l’introduzione di misure simili a quelle per la patente di guida anche per la patente nautica. “Il timore è che questa parte diciamo ‘marittima’ nel percorso in aula trovi molti ostacoli e la necessità di precisazioni che potrebbero rallentare il cammino di tutto il provvedimento sull’omicidio stradale. E questo, dopo anni d’attesa non andrebbe per niente bene”.