La cronaca nera in tv “funziona” e garantisce ascolti alti. Questo è un dato di fatto incontrovertibile che, ci piaccia o meno, racconta molto del telespettatore medio italiano. Siamo abituati a talk show infarciti di omicidi efferati a tutte le ore, con una morbosità narrativa che ormai è uno dei marchi di fabbrica della televisione di casa nostra. La regina di questo particolare genere è senza dubbio Barbara D’Urso, che deve gran parte dei buoni ascolti di Pomeriggio5 proprio all’insistente attenzione destinata ai casi di cronaca nera più discussi d’Italia.
Ieri, però, persino la disinvolta D’Urso si è spinta troppo oltre. Un’intera ora di trasmissione, infatti, è stata dedicata alla morte misteriosa di Stefania Amalfi, trovata in fin di vita nel suo letto con una calza in testa. Ma non ci si è limitati a rovistare nelle pieghe di una vita spezzata come di consueto, nossignore. Ieri Barbara D’Urso ha deciso di passare allo step successivo, inscenando un confronto grottesco tra il marito (unico indagato per la morte della moglie) e i familiari della povera Stefania. Il risultato è stata una cagnara televisiva senza precedenti, con il bizzarro marito Alessandro che ha rinfacciato ai parenti della moglie torbide vicende di anni prima, sperando così di allontanare da sé la terribile accusa di omicidio. Dal canto loro, i familiari di Stefania Amalfi hanno raccontato particolari violenti e pietosi di una vita di coppia difficile e certamente non serena.
Sessanta minuti di una tv che non possiamo neppure definire “del dolore”, perché qui siamo a un livello diverso, con la smaliziata padrona di casa a dirigere le tristi danze familiari di gente coinvolta in un caso doloroso e che evidentemente non ha la serenità che servirebbe in situazioni del genere. La D’Urso a suo modo è riuscita a salvare le apparenze, cercando di mettere una toppa quando la discussione diventava troppo accesa e scendeva negli abissi delle miserie umane più inenarrabili (accuse di stupro e di violenza domestica, interessi economici, minacce di suicidio), richiamando gli ospiti (soprattutto il marito della vittima) a un linguaggio più “consono” al pomeriggio televisivo.
Il linguaggio scurrile, però, è sembrato la cosa meno inappropriata dell’intera vergognosa discussione. A sole due settimane di distanza dalla morte misteriosa di una giovane donna, il programma più seguito del pomeriggio televisivo ha deciso di mettere a confronto parenti della vittima e presunto carnefice, lasciando che andasse in scena uno dei momenti eticamente più riprovevoli della storia recente del piccolo schermo italiano. E, cosa ancora più grave, all’interno di un programma, Pomeriggio 5, che viene realizzato sotto la responsabilità di Videonews, una testata giornalistica di casa Mediaset. Ancor prima di chiedere conto della pietosa scena andata in onda ieri alla conduttrice, sarebbe interessante sentire il parere di Videonews e dei giornalisti che ci lavorano. Professionisti che dovrebbero attenersi a un codice deontologico che è piuttosto chiaro su casi del genere. Stupisce il silenzio di Mediaset, che già più volte ha graziato la D’Urso su episodi simili.