“Un antidoto alle chiacchiere demenziali dei talk show e ai deliri replicati dalla rete”. Ernesto Ferrero, scrittore, critico e direttore del Salone internazionale del libro, definisce così la kermesse che si terrà da giovedì 14 maggio a lunedì 18 maggio al Lingotto di Torino
“Un antidoto alle chiacchiere demenziali dei talk show e ai deliri replicati dalla rete”. Ernesto Ferrero, scrittore, critico e direttore del Salone internazionale del libro, definisce così la 28° edizione della rassegna dell’editoria che si terrà da giovedì 14 maggio a lunedì 18 maggio al Lingotto di Torino. “È uno spazio civico di confronto e approfondimento. Un luogo dove si fa politica nel vero senso etimologico del termine”, ha spiegato lunedì 27 aprile alla presentazione.
Così sarà, non solo per la carrellata di personalità pubbliche che – come ogni anno – arriveranno a presentare i propri libri o a partecipare ai dibattiti (il presidente Sergio Mattarella taglierà il nastro giovedì 14, mentre sono attesi Giuliano Poletti, Laura Boldrini, Enrico Letta, Nicola Zingaretti, Piero Fassino e Raffaele Cantone), ma anche per il tema centrale di quest’anno, “Le meraviglie d’Italia”, che impone una riflessione sul patrimonio artistico e culturale. Di questo tema parleranno divulgatori “pop” come Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi, ma anche professori di calibro come Salvatore Settis, Tomaso Montanari, Luciano Canfora, insieme l’ex ministro Massimo Bray, al presidente del Fai (Fondo ambiente italiano) Andrea Carandini e molti altri.
Ospite d’onore di questa edizione è la Germania, la cui partecipazione è nata dalla collaborazione tra il Salone del libro di Torino e la Buchmesse di Francoforte, la principale “fiera” europea dell’editoria. Per l’occasione arriveranno 43 case editrici tedesche e venticinque autori che scrivono nella lingua di Goethe tra cui lo scrittore di best-seller Sebastian Fitzek, l’ucraina naturalizzata Katja Petrovskaja, Ingo Schulze, i filosofi Peter Sloterdijk e Markus Gabriel, ma anche Gunther Walraff, autore di inchieste giornalistiche sotto false identità. Gli stranieri non sono finiti qui. Tra i grandi nomi in arrivo ci sono il francese Emmanuel Carrère, che verrà a ritirare il premio Mondello Internazionale per il suo ultimo lavoro, la regina dei gialli svedesi Camilla Lackberg, il principale autore contemporaneo rumeno Mircea Cartarescu, il giallista greco Petros Markaris e lo scrittore sloveno-triestino Boris Pahor.
Tra gli italiani invece ci saranno l’ultimo vincitore del Campiello Giorgio Fontana che incontrerà il disegnatore Zerocalcare, e poi ancora Michela Murgia, Aldo Nove, Antonio Scurati, Sandro Veronesi e molti altri. A loro si aggiungono anche artisti di altri ambiti, come Roberto Vecchioni, Francesco Guccini e Vinicio Capossela, che verranno a presentare i loro lavori letterari, mentre Eugenio Finardi e Morgan saranno a Torino per parlare rispettivamente di rock e musica classica. I “vip” non saranno sempre chiusi all’interno dei padiglioni del Lingotto, perché il Salone porterà gli autori e i libri nei quartieri di Torino con il SaloneOff, mentre con l’iniziativa “Voltapagina” gli scrittori potranno presentare le loro opere ai detenuti di quattro carceri piemontesi.
Per Rolando Picchioni, presidente del Salone, il programma è molto valido malgrado un taglio dei costi del 20 per cento circa: “Questo Salone è stato preparato con l’ombra lunga di un mercato che fatica a riprendersi, cui si è sommato il venir meno di risorse finanziarie fondamentali”, ha detto ai cronisti prima della presentazione. Dopo la rassegna poi si apriranno nuovi scenari: da mesi viene paventato un possibile accorpamento della Fondazione per il libro con il Circolo dei lettori, altra organizzazione torinese dedita agli eventi editoriali; mentre partirà la corsa per sostituire Picchioni e Ferrero, i cui mandati alla guida del Salone sono in scadenza.
Twitter @AGiambartolomei