E’ veramente singolare quanto sta avvenendo a proposito del Ddl sugli ecoreati, che dopo 20 anni sembrava giunto al vaglio finale della Camera per introdurre i delitti contro l’ambiente nel codice penale.
Infatti, l’ultimo voto del Senato aveva licenziato il DDL con una larga maggioranza parlamentare ed il sostegno di molte associazioni ambientaliste, le quali chiedevano che il DDL venisse al più presto approvato definitivamente dalla Camera “senza modificare neanche una virgola”. Appello cui aderivano numerosi deputati e senatori del Pd, di Sel e del Movimento 5 stelle.
Tuttavia, subito dopo, da un lato i Verdi chiedevano la modifica della disposizione che punisce “chiunque abusivamente cagiona un disastro ambientale” nel senso della eliminazione dell’avverbio “abusivamente” (per non legittimare l’opinione che possa esistere un disastro ambientale autorizzato e lecito); e dall’altro il Ministro dell’Ambiente ed il Presidente del Consiglio chiedevano, su pressione dei petrolieri, che venisse eliminato dal Ddl il divieto di airgun (uso di esplosivi per prospezioni petrolifere) introdotto al Senato.
Il seguito è veramente singolare. Perché, a quel punto, in nome del “neanche una virgola”, la proposta dei Verdi sul disastro ambientale “abusivo” non veniva presa neppure in considerazione, mentre quella di sopprimere il divieto di air gun veniva approvata dalla Camera, con l’opposizione di Sel e Movimento 5 stelle ed il silenzio assordante dei tanti parlamentari Pd che avevano giurato “neanche una virgola”.
E così, visto che è stata modificata ben più di una virgola, adesso il Ddl è tornato al Senato che, con ogni probabilità, lo approverà anche se mutilato della disposizione più significativa a difesa dei nostri mari, proposta ed approvata proprio dal Senato appena due mesi fa.
Insomma, “neanche una virgola” valeva solo per gli emendamenti migliorativi. Per i diktat di petrolieri e governo si può sempre fare un’eccezione anche se bisogna rimangiarsi quello che si è approvato appena due mesi prima.
Avremo presto, così, con ogni probabilità, i sospirati delitti contro l’ambiente anche se senza divieto di airgun e con il disastro ambientale abusivo.
Ma è meglio non farsi troppe illusioni. Questi delitti, frutto di troppi compromessi maturati in 20 anni, presentano numerose criticità e danno adito a diversi dubbi. Sarà necessario, quindi, iniziare subito ad analizzarli per valorizzarne gli aspetti immediatamente operativi e risolvere questi dubbi interpretativi.
Anche perché, nel frattempo, sia per effetto della nuova causa di non punibilità per tenuità del fatto sia a causa di alcune disposizioni “depenalizzanti” contenute nel nuovo testo, molti reati, oggi esistenti, del testo unico ambientale non saranno più punibili.
Ed anche perché la nuova legge sui delitti ambientali dimostra grande benevolenza verso gli inquinatori. Si pensi che, in caso di ipotesi colposa di disastro ambientale (praticamente, quella prevalente, visto che, per fortuna, salvo la problematica sul dolo eventuale, è difficile si verifichi un disastro ambientale doloso), la pena massima prevista non supera i 5 anni di reclusione. Praticamente, meno di uno scippo o di un borseggio, la cui pena massima arriva a 6 anni! E, come se non fosse sufficiente, la nuova legge prevede un “ravvedimento operoso” talmente benevolo (la diminuzione di pena dalla metà a due terzi, che comprende anche l’associazione a delinquere) da costituire, oggettivamente, un incentivo a distruggere l’ambiente. Tanto, il responsabile è sempre in tempo a pentirsi e ad uscirne praticamente senza danni.
Con buona pace delle “sanzioni penali efficaci, proporzionate e dissuasive” richieste dalla Ue a tutela dell’ambiente.