L’Expo darà un positivo seppur limitato contributo di 0,1% al Pil italiano del 2015. In totale, compresi i primissimi effetti, l’Esposizione Universale potrà apportare fino a +0,4% di Pil (2012-2015) grazie a: turismo (15 milioni di visitatori attesi), export (+10% in alcuni settori), produzione extra (6 miliardi di euro) e nuovi posti di lavoro (circa 100.000). Il calcolo è di Euler Hermes, società del gruppo Allianz che ha pubblicato una ricerca sul tema sostenendo che l’Expo sarà quindi una delle cinque componenti che consentiranno all’Italia una lieve ripresa.
Tuttavia, sostiene ancora l’analisi, dopo la fine della manifestazione, c’è un crescente rischio che la diminuzione delle attività non venga compensata con altre cose. In questo caso, Euler Hermes ritiene che poco meno della metà delle nuove imprese possa fallire (circa il 40%).
In particolare, un terzo delle nuove aziende nel settore edile potrebbero chiudere nel 2017 a causa dell’interruzione delle attività. Il settore si trova già in una difficile situazione, con insolvenze a livelli record (3.500 all’anno: +12% nel 2014). Il settore alberghiero e della ristorazione dovrebbe subire un impatto minore, in quanto è previsto un aumento del flusso di turisti dopo la chiusura dell’Expo, grazie alla maggiore attrazione esercitata dall’Italia. In questo settore dovrebbe fallire solo 1 su 10 imprese nel 2017. In totale, nel peggiore dei casi ipotizzato, 2.500 imprese potrebbero chiudere nel 2017 (con un aumento del +14% rispetto al 2016) e 1.500 nel 2018 (+7%).
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Expo 2015, lo studio: “Contribuirà al Pil italiano, ma dopo fallimenti in vista”
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