Ed ecco dunque un intero concept-album su uno dei temi di più scottante attualità, quello del lavoro: “Il lavoro è sempre stato importante nella Storia dell’Uomo, fino ad arrivare a rappresentare la prima alternativa al furto. (…) mai prima d’ora un’unica opera ha raccolto così tante monografie che raccontano ognuna di un mestiere diverso. Cioè, magari Voi ne conoscete altre, ma volete veramente far la figura dei saputellini?”. Ovviamente no, diremmo noi, ed è per questo allora che, senza indugiare ulteriormente, ci accingiamo a raccontarvi questo disco, partendo fin dal primissimo brano, ‘Dal Dottore’, che, quasi fosse una piccola ouverture, getta un grido oltre la siepe e delinea alcune delle coordinate stilistiche dell’intero lavoro: un Aphex Twin tra spirito punk e poetica cantautorale, qualcosa di mostruosamente inimmaginabile.
Suoni elettronici graffianti ma estremamente curati, batterie elettroniche solo apparentemente caotiche e disorganizzate, voci in tessitura polifonica che vanno intervallandosi a canti monodici molto spesso detunizzati: a questo e a tanto altro va incontro l’ignaro ascoltatore già dal brano successivo, ‘Bigliettaio’, perla di rara bellezza nel catalogo del musicista piacentino che dimostra così di padroneggiare la materia con estrema duttilità, grande sapienza e una certa conoscenza delle avanguardie che lo hanno preceduto.
Continue sono poi le incursioni di elementi esterni pre-registrati, provenienti da dimensioni non meglio precisate, incursioni che contribuiscono a innalzare il già elevato livello di schizofrenia generale, in una follia musicale che Bongiorni sembra vivere come habitat naturale.
Una moltitudine di elementi che è quasi impossibile da decifrare: conviene abbandonarsi all’ascolto e non pensare. Ad arricchire ulteriormente il lavoro di Musica Per Bambini giungono poi periodicamente quei nostalgici momenti medievali ai quali l’autore sembra sentirsi particolarmente legato. Ed è così che in brani come ‘Lo Squilibrista’ e ‘Supplente Per Sempre’ (track quest’ultima di grande nonché bruciante attualità) lo spirito poetico-medievale del piacentino apre improvvisamente un varco dove un liuto riesce di colpo a far tacere timbri e batterie elettroniche, accompagnando frasi che nel paradosso e nell’ossimoro sembrano trovare la loro vera ragion d’essere: “Quanto potrei essere sano se solo non fossi malato; quanto potrei esser vivo se solo non fossi mai nato”.
E in questo delirio poetico-musicale non potevano certo mancare le filastrocche, quelle belle filastrocche fresche e infantili che, in un brano come ‘La Famiglia Dei Becchini’, si dispiegano tra voci bianche e timbriche adulte.
Insomma, un viaggio allucinato e allucinante, divertito e divertente all’interno di spazi sonori per nulla o molto poco confortevoli, dove l’ascoltatore, cui orecchie e sinapsi vengono continuamente stuzzicati da input d’ogni genere, non può mai permettersi il lusso di adagiarsi passivamente. E se la schizofrenia degli elementi che vanno a comporre il tutto è la cifra madre di Bongiorni, non mancano però brani che strizzano l’occhio al pop come ‘Il Nipote Elettronico’, dove il rispetto della forma-canzone si fa più evidente e il ritornello riesce addirittura a emergere chiaramente.
Resta da chiedersi: come funziona questa vertigine musicale dal vivo? Semplice: teatralizzandola! Costumi, maschere, sketch e piccole ma curatissime scenografie animano lo specchio nel quale il sound di Musica Per Bambini trova il proprio corrispettivo visivo…perché anche l’occhio abbia la sua parte.