L'edificio era stato occupato nel marzo 2014 da circa 50 persone. Il sindaco Merola ha firmato un'ordinanza urgente chiedendo di riallacciare le utenze nonostante questo vada contro il piano Casa. E ora i parlamentari democratici Zampa e Lo Giudice chiedono all'esecutivo di fare la stessa cosa nelle altre situazioni d'emergenza in Italia
Diritto a usare l’acqua, il gas e la luce per chi occupa uno stabile. Lo chiedono al governo Renzi i parlamentari del Pd e, per primi, quelli bolognesi (ed ex di area Civati) Sandra Zampa e Sergio Lo Giudice. A sostegno della loro richiesta portano la decisione presa i giorni scorsi dal Comune di Bologna che ha concesso il riallaccio dell’acqua agli occupanti di uno stabile in via De Maria.
L’intento dei parlamentari democratici è di neutralizzare l’articolo 5 del Piano casa nazionale e più precisamente del decreto legge 47 che impedisce i riallacci delle utenze e fare in modo, invece, che sia permesso “a chi occupa senza titolo un immobile di chiedere la residenza o l’allacciamento ai servizi primari, in modo da tutelare diritti costituzionali fondamentali come il diritto alla salute“. “Consentire l’accesso a beni primari quale l’acqua garantisce i diritti sanciti dalla Convenzione sui diritti del fanciullo di New York”, dicono. L’esortazione arriva da entrambi i rami del Parlamento e a dare l’input sono stati proprio il senatore Sergio Lo Giudice e la deputata Sandra Zampa che da subito avevano appoggiato la scelta del sindaco Virginio Merola e dell’assessore al Welfare Amelia Frascaroli in aiuto agli occupanti di via De Maria promettendo una battaglia in Parlamento e un pressing sul Governo per “mettere in atto un piano nazionale contro le nuove povertà a tutela dei soggetti più fragili e, in particolare modo, dell’infanzia”.
Lo stabile di cinque piani di via De Maria, a Bologna, era stato occupato a marzo del 2014 da circa 50 persone. Nel palazzo ora vivono 79 persone, tra cui 24 minori. Il taglio dell’acqua era arrivato a novembre del 2014. Il Comune aveva chiesto ad Hera, la società erogatrice del servizio, di rifornire quasi giornalmente gli occupanti con dei bidoni. I giorni scorsi, la svolta. Il sindaco Virginio Merola ha firmato un’ordinanza urgente in cui ha ingiunto ad Hera di riallacciare l’acqua in via De Maria, spiegando che prende atto dell’articolo 5 del Piano casa “che stabilisce che gli occupanti abusivi non possono richiedere l’allacciamento a pubblici servizi di energia elettrica, gas, servizi idrici e telefonia fissa” ma che questo divieto costituisce “un serio pericolo per la tutela della loro igiene e per la sanità pubblica, non potendo queste persone provvedere alla cura e all’igiene personale, oltre alla ancora più grave esposizione al pericolo delle persone fisicamente più deboli”. La decisione della giunta Merola ha avuto la piena approvazione di Sel, sua alleata in Comune, riavvicinando ulteriormente il Pd e i vendoliani in vista delle amministrative 2016.
I due parlamentari bolognesi hanno depositato interrogazioni sia a Palazzo Madama che a Montecitorio, chiamando in causa i ministri delle Infrastrutture, dell’Ambiente, delle Politiche sociali e e dell’Interno. Era stato l’assessore Frascaroli, per primo, che oltre a garantire che il Comune sarebbe stato pronto a rifare la scelta su via De Maria in casi analoghi, aveva chiesto al Governo un riconoscimento di quanto fatto e “di considerarci una situazione sperimentale e quindi rendere più flessibili alcuni vincoli amministrativi e burocratici che non permettono di mettere concretamente in avvio certe progettualità”. “Non è stato possibile finché c’era il ministro Lupi – aveva detto Frascaroli -, speriamo che con il ministro Delrio questa interlocuzione si possa aprire”. E ha sottolineato, a scanso di equivoci, che “l’articolo 5 del Piano casa è un articolo infame. Mi spiace che un governo di centro sinistra lo abbia approvato”.
Del tutto contrario al cambio di passo, invece, il centrodestra. Forza Italia ha chiesto al Governo di “censurare” l’amministrazione Merola” mentre per la Lega Nord: “Non è fomentando l’illegalità che si risolvono i problemi abitativi”. “Le Istituzioni che riallacciano utenze in abitazioni occupate sono passibili di denunce” avverte il capogruppo leghista in Regione Alan Fabbri, apostrofando la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini che ha avallato il riallaccio dell’acqua in altri palazzi occupati. La Lega chiede anche che si neghino le case popolari a chi arriva da occupazioni abusive.