“Quanno c’hai sete, l’acqua è la mejo cosa”. Con questo ipse dixit squisitamente romanesco, campeggiante su una foto del celebre santone indiano Osho Rajneesh, Federico dissacra ogni giorno con leggiadra ironia un’icona cult degli arancioni e idolo indiscusso dei fricchettoni. E lo fa, apponendo il suo sberleffo sulla pagina Facebook “Le più belle frasi di Osho”, spassosa rivelazione nel milieu stordente e spesso banale dei social. Il suo lido virtuale, seguito da quasi 90mila persone, è un potpourri di immagini che ritraggono il guru in diverse situazioni: nel suo ashram indiano di Poona in stato nirvanico, in automobile in mood imbronciato, in giardino coi suoi adepti in versione apollinea.
Tutte immagini su cui è sigillata una gemma di ruspante sapienza, che ricorda gli esilaranti luoghi comuni effusi dal compianto Max Catalano in “Quelli della notte”, il famoso programma di Renzo Arbore. Un simpatico motteggio ai meme motivazionali, ovvero foto di personaggi famosi adornate con citazioni spesso dubbie, come quelle attribuite ai bistrattati Oscar Wilde e Jim Morrison. L’aura zen irradiata dal santone viene magicamente trasfigurata in irresistibile parodia, che è una bordata bonaria alla spiritualità bric-à-brac imperante nei social, scatenando ogni giorno condivisioni a man bassa (dalle 2mila alle 3mila al giorno) e apprezzamenti plebiscitari.
Federico, impiegato romano di 42 anni, è il creatore e gestore unico della pagina: da tempo si diletta a realizzare vignette ironiche sui fatti del giorno e sull’attualità. “Poi mi sono imbattuto in Osho – rivela –. Vedevo che in tanti in rete pubblicavano le sue frasi e mi sono incuriosito”. Osho però era un personaggio controverso: aveva una posizione discutibile sui gay ed era più proteso verso i benestanti: “Diceva che i poveri erano troppo preoccupati delle necessità materiali e non potevano pensare molto ai problemi spirituali. Ma era autoironico e simpatico. Comunque, sto coinvolgendo anche Sai Baba in una staffetta tra i due”.
C’è anche un cameo di papa Francesco che declama “Armeno tu nell’universo”: “Anni fa mi dilettavo a fare ‘l’operazione Osho’ con papa Ratzinger. Poi mi ha abbandonato ed è stato disperante. Purtroppo papa Francesco non sortisce lo stesso effetto comico del pontefice tedesco, ma qualche volta organizzo dei featuring di Osho con Bergoglio o con Wojtyla”.
Federico ha provato a proporsi a comunità satiriche: “Sono gruppi molto chiusi e diffidenti. Una volta ho mandato una vignetta a Lercio. Fu pubblicata sul sito, con frase modificata, ma non fu lanciata sulla loro pagina Facebook. Da allora non invio più niente”. E i seguaci di Osho come l’hanno presa? “Molti mi scrivono in privato per farmi i complimenti. Altri mi hanno accusato di voler sfruttare l’immagine del santone per farmi pubblicità. In realtà, ho avuto problemi con la Osho International Foundation, che mi ha mandato più volte segnalazioni per violazione di copyright sulle loro immagini. Ora sono silenti, non so se sia un buon segno o se mi stiano preparando qualche sorpresa. I miei colleghi? Molti ignorano che quella pagina sia mia e sinceramente preferisco rimanere così: uno Spiderman alla vaccinara”.
Il Fatto Quotidiano, 12 maggio 2015