Per aggirare le norme comunitarie che vietano la discriminazione il balzello è stato introdotto ricorrendo a un artificio legislativo: pagheranno anche gli automobilisti tedeschi, ma loro in cambio si vedranno ridurre di altrettanto la tassa di circolazione
La pacchia sta per finire lungo i 13mila chilometri di autostrade tedesche. Dal primo gennaio 2016 scatterà un pedaggio. Ma selettivo: lo dovranno pagare solo automobilisti e motociclisti stranieri. Per aggirare le norme comunitarie sulla discriminazione dei cittadini europei, i tecnici del ministro federale dei Trasporti, il bavarese Alexander Dobrindt, hanno fatto ricorso a un artificio legislativo sulla base del quale risulta che il balzello sarà anche a carico degli automobilisti tedeschi, tra l’altro esteso alla rete stradale ordinaria (39mila chilometri). Solo che contemporaneamente all’introduzione del pedaggio, a loro verrà alleggerita la tassa di circolazione in misura pressoché identica all’importo annuale (saldo uguale o addirittura con fino a 2,6 euro di riduzione rispetto all’attuale KfZ per una Fiat 500 con motore 1.2, secondo la tabella dello stesso ministero).
Anche il Bundesrat (la camera “bassa”, l’organo in cui sono rappresentati i Länder) ha licenziato il testo, il cui progetto era stato il vessillo elettorale della CSU, il partito cristiano sociale alleato di Angela Merkel che “regna” in Baviera. Il governatore e leader del partito, Horst Seehofer era stato categorico: “Non sottoscrivo alcun accordo di coalizione che non lo contenga (il pedaggio per gli automobilisti stranieri, ndr)”, aveva dichiarato. Una questione di equità, a suo modo di vedere: “Noi dobbiamo pagare in quasi tutti i paesi confinanti, mentre i loro cittadini non pagano da noi”, aveva precisato.
Il meccanismo tedesco prevede tuttavia che la gabella venga applicata solo agli automobilisti con targa estera. Ulrich Klaus Becker, avvocato e notaio di professione nonché uno dei vicepresidenti dell’Adac, l’Automobilclub tedesco, ha osservato che “non mi è noto alcun paese in cui solo gli stranieri devono pagare il pedaggio”. La commissaria europea Violeta Bulc ha fatto sapere di voler esaminare il provvedimento dopo la sua entrata in vigore e aveva azzardato l’ipotesi di un pedaggio a livello europeo (per tutti gli automobilisti, indipendentemente dalla loro nazionalità) per consentire spostamenti più semplici e pagamenti meno complicati.
Gli automobilisti al volante di auto con targhe straniere che viaggeranno in Germania avranno a disposizione diverse soluzioni, anche a seconda del tipo di modello e delle sue emissioni: le “vignette” avranno tagli da 5, 10 o 15 euro per dieci giorni o da 16, 22 e 30 euro per due mesi. L’importo annuale ancora non è stato ufficializzato, ma per i tedeschi arriva a 130 euro (mediamente 75). I più penalizzati saranno i cittadini delle nazioni confinanti e in particolare quelli dell’Olanda, dei paesi scandinavi e dell’est europeo che attraversano la Germania per raggiungere le località di vacanza, tra cui l’Italia. Il ministro ha legittimato il pedaggio con la necessità di fondi per la manutenzione e per gli investimenti sulla rete.
Sul gettito i pareri non potrebbero essere più diversi, tanto che un tribunale aveva imposto a Dobrindt di rendere pubblici i dati sulla base dei quali stimava entrate nette per 500 milioni annui. Un esperto dell’Adac ha messo in guardia, considerati i costi per la realizzazione dell’infrastruttura necessaria, circa un possibile saldo addirittura negativo. Il tutto in un paese che ha appena scoperto un “tesoretto” di 7 miliardi di euro grazie alle maggiori entrate fiscali stimate per il 2015. La stessa Germania, sempre dietro input di Dobrindt, ha anche trovato il sistema di rispettare l’ordine Ue di abbassare i pedaggi per i veicoli industriali e commerciali, ma incassando più soldi: ha aumentato la rete a pagamento e abbassato la soglia di esenzione (da 12 a 7,5 tonnellate).
Con l’introduzione del pedaggio crolla un mito delle autostrade tedesche, quello dell’assoluta gratuità. Mentre quello sull’assenza dei limiti di velocità è ormai vero solo in parte. Lungo quasi il 40% della rete sono scattate le soglie: la più diffusa (su 3.500 chilometri) è di 120 chilometri all’ora, mentre altre sono a “geometria variabile” a seconda degli orari (per contenere le emissioni acustiche) o dei cantieri (l’estate del 2015 sarà pesantissima). E periodicamente torna alla ribalta il tema dell’introduzione di una limitazione. A introdurla aveva provato anche l’attuale vice cancelliere Sigmar Gabriel, ma senza fortuna e con molte critiche.