Domenica sera Report ha messo insieme 1,9 milioni di spettatori (7,82% di share), tutti, pensiamo, a pizzicarsi le guance nel dubbio di sognare mentre scorrevano le imprese del compatriota in affari in Albania che, a sentire il giornalista, si inventa un Canale5 locale per tenere sotto schiaffo i politici del momento e magari (a colpi di Simone, Pupi, Sabrine e Nicole) preparare la sua personale discesa in campo. Amarcord e brividi di solidarietà per i malcapitati albanesi. Ma poco prima i brividi ci erano venuti pensando a noi, perché in apertura di programma si era parlato de L’Unità.
Scomparsa da parecchi mesi (forse riapre, ma chissà come, ma chissà quando) dopo essere passata per le mani di diversi “editori” di comodo. Di comodo perché i Pds, poi Ds, apparentemente divenuti quasi estranei al giornale, non avevano in realtà mai cessato di esserne, per dirla con Vespa, l’editore di riferimento. Il fine degli “imprenditori”, che lo hanno raccontato in tv, era ovviamente quello di propiziarsi il favore politico per qualche lucroso affare. E a osservarli con occhio lombrosiano scommetteremmo che abbiano puntato qualche sommetta presso tutte le rappresentanze del popolo sovrano. Perché grande può essere la fede verso i santi in paradiso.
Ma intanto, nascosti dietro i furbi fantocci, i successori di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer mollavano alla fin fine una memorabile fregatura ai giornalisti privandoli della copertura di un editore vero ed esponendoli, in quanto “responsabili in solido”, ai sequestri derivanti dalle cause intentate al giornale. Non per la piccola percentuale che gli sarebbe toccato comunque di pagare, ma per l’intero ammontare dei risarcimenti, perché –scomparso l’editore- debbono a rigor di codice rispondere anche per la sua preponderante parte.
E poi c’è la responsabilità per i vecchi debiti de L’Unità che i Pds-Ds, forti di un patrimonio immobiliare messo insieme in anni con le collette degli iscritti al Pci, si erano virtuosamente impegnati a pagare. Ma oggi i Ds, voilà, sono spariti e non ne trovereste in giro alcuno. E il patrimonio? Sparito pure lui? Ovviamente no, ma riversato in una Fondazione che dei vecchi debiti “altrui” nulla è tenuta a sapere. Disperazione dei creditori? Panico dei giornalisti? No, perché in base a una leggina del 1998 in materia di editoria, al debitore prematuramente scomparso subentra lo Stato. Amen.
Il governo attuale si oppone a suon di avvocati e non ci resta che sperare che la Fondazione perda il suo malloppo anziché noi il nostro. E buon per gli albanesi, che quasi increduli pare stiano prendendo appunti, per non incorrere negli stessi inciampi.