Fumata nera dopo 3 ore. Per il ministro Giannini "restano divergenze forti ma c'è la volontà di dialogo". Cgil: “Sostanza non cambia”. E le rappresentanze sindacali pensano anche ad azioni unitarie che potrebbero arrivare a bloccare gli scrutini. Il sottosegretario De Vincenti: "Sconcertante"
Tre ore di incontro a Palazzo Chigi tra governo (con il sottosegretario Claudio De Vincenti e i ministri Stefania Giannini, Maria Elena Boschi, Graziano Delrio e Marianna Madia) e sindacati, sia confederali che di categoria, per illustrare le modifiche al ddl sulla riforma Giannini-Renzi (qui).”Il dialogo su La buona scuola è utile”, scrive su Twitter il presidente del Consiglio, che prima dell’incontro e il ministro dell’Istruzione Giannini spiega che “restano divergenze forti ma c’è la volontà di dialogo“, aggiungendo però che “il governo sui punti qualificanti del Ddl scuola non ha la volontà di fare passi indietro”. In sostanza, l’esecutivo non intende scardinarne l’impianto della riforma.
Lo stesso che Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda bocciano. Tanto da annunciare la possibilità di indire una mobilitazione, dopo quella che si è svolta in tutta Italia il 5 maggio e che ha coinvolto migliaia di studenti, insegnanti e personale Ata in tutta Italia. A proporla è il segretario Uil Carmelo Barbagallo: “Non ci sono state risposte soddisfacenti dal governo, valuteremo se indire un nuovo sciopero”. E i sindacati pensano anche una serie di incontri per stabilire azioni unitarie che potrebbero arrivare a bloccare gli scrutini.
I loro commenti, in gran parte espressi su Twitter, sottolineano solo profonde divergenze tra le aspettative e il testo dell’esecutivo. Susanna Camusso scrive che gli “emendamenti approvati non modificano la sostanza. Cambiamento sì, ma non come vorrebbe il governo”. All’incontro, continua il segretario Cgil, “non si può dare un giudizio positivo: non è stata data nessuna risposta alle criticità che abbiamo proposto. Il governo ha detto di aver preso buona nota, anche se siamo ben lontani dal cambiamento profondo dell’impianto” del ddl.
Il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo precisa di avere “apprezzato gli sforzi del governo per apportare modifiche” ma sottolinea che sono “insufficienti”. Si domanda cosa succederà dopo l’incontro in merito a “precariato, valutazione e contratto” e si rivolge al governo chiedendo “quando e come ci farete sapere se vi abbiamo convinto con le nostre idee di Buona Scuola?”. Insoddisfatto “del ddl anche nella sua versione emendata” pure il segretario generale dello Snals, Marco Paolo Nigi, e per Rino Di Meglio del Gilda “gli emendamenti approvati non modificano i nodi critici della riforma il cui impianto per noi resta difficile da emendare”. “Ci auguriamo – sottolinea Di Meglio – che le nostre parole non restino al vento. E’ bene che ci si fermi a discutere ma – ribadisce – occorre un vero ascolto”.
“Da parte del governo – ha proseguito Nigi – non c’è stata nessuna apertura, si è limitato ad ascoltare e a prendere atto delle singole posizioni sostenendo, per bocca del sottosegretario Vincenti, che terrà conto delle obiezioni e vedrà cosa si potrà fare in sede di modifica durante le audizioni al Senato. Oltre questo è stato ottenuto un nuovo incontro con il ministro Giannini, ne abbiamo già avuti tre speriamo che il quarto possa andare meglio”.
Gli ha quindi fatto eco il segretario generale della Flc Cgil Domenico Pantaleo ribadendo che da parte del governo “non vi è stata nessuna apertura su nessun fronte. Da parte nostra – dice – siamo insoddisfatti e continueremo la lotta”. Per il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi quella di oggi, da parte del governo “è stata solo una formalità, perché nonostante su diversi punti ci fosse un accordo praticamente unanime da parte dei sindacati sulle modifiche da apportare non hanno indietreggiato nemmeno di un centimetro”. “Vogliono andare avanti come un treno”, hanno mostrato “un’arroganza sbalorditiva. Proporremo agli altri sindacati di scegliere insieme una data, una domenica, già il 7 giugno potrebbe andar bene, per difendere tutti insieme la scuola come bene comune”.
“Sconcerta che, a fronte di una manifesta volontà del governo di dialogare – commenta in serata il sottosegretario Claudio De Vincenti – si risponda minacciando il blocco degli scrutini. Un’iniziativa del genere sarebbe irresponsabile perché colpirebbe unicamente studenti e famiglie”.