Quante volte ci lamentiamo indirettamente della corruzione? Perché magari una scuola cade a pezzi dopo qualche mese dal “restauro”. Oppure perché le leggi per aiutare le fasce più disagiate della popolazione non arrivano mai, ma arrivano sempre quelle per favorire il gioco d’azzardo e i gruppi petroliferi.
Quante volte capita che i dipendenti di un’azienda siano a conoscenza dei reati commessi dai loro dirigenti e amministratori? Spesso purtroppo. E magari sono reati, come quelli ambientali, che impattano sulla vita di milioni di persone, compresi bambini la cui unica colpa è quella di esser nati nel posto sbagliato e che per questo si ammalano di cancro.
Sono passati 18 mesi da quando la deputata del Movimento 5 Stelle, Francesca Businarolo, ha depositato alla Camera una proposta di legge organica per disciplinare il fenomeno del whistleblowing, che permette di tutelare e incentivare chi segnala reati nell’interesse pubblico, come ad esempio la corruzione.
A favore dell’introduzione di incentivi economici per combattere la corruzione si sono espressi Giuseppe Pignatone (Capo della Procura di Roma): “Contro la corruzione sarebbe estremamente utile qualche forma di sistema premiale” e Rodolfo Sabelli (Presidente dell’Associazione nazionale magistrati): “Il vero problema della corruzione non è tanto l’aumento della pena, ma la necessità di rompere il patto corruttivo, anche con soluzioni premiali”. Raffaele Cantone (Presidente Autorità Nazionale Anticorruzione) ha recentemente chiesto al Parlamento l’introduzione di tutele per i dipendenti che denunciano reati nel settore privato, dato che “l’impresa non ha interesse a far emergere il comportamento negativo, anche se a suo danno, perché nuoce all’immagine”.
Adesso finalmente la proposta di legge M5S è stata inserita nel calendario dei lavori parlamentari: prevede tutele e incentivi economici, sia in ambito pubblico che privato. A partire dal 19 maggio le Commissioni Giustizia e Lavoro inizieranno ad esaminare il provvedimento ed a raccogliere i preziosi contributi di magistrati ed esperti attraverso un ciclo di audizioni. Qui trovate un mio articolo in cui riepilogo alcune delle caratteristiche chiave dell’istituto del whistleblowing dove approfondisco le profonde differenze con la delazione e le ragioni che impediscono di trovare una facile traduzione in italiano.
Come dichiarato qualche giorno dall’ambasciatore statunitense in Italia, John R. Philips, nel corso del convegno alla Luiss sul whistleblowing: “Negli Stati Uniti il whistleblower è nato per far fronte alle innumerevoli frodi che venivano perpetrate nei confronti del Governo. Da quando è stato introdotto il False claim act, il governo americano è riuscito a recuperare oltre 55 miliardi di dollari dal 1986 ad oggi: la media ora è di sei miliardi all’anno e questo dimostra l’efficacia dell’effetto deterrente della figura del whistleblower”. E, come se non bastasse, lo stesso ambasciatore ha anche rivelato che il governo Usa riesce a recuperare l’85% delle somme in materia di frodi proprio attraverso le norme sul whistleblowing.
Speriamo che questa proposta di legge venga approvata e che non venga snaturata, come è successo per la legge sul voto di scambio politico-mafioso. L’Italia ne ha bisogno ora più che mai.