Levando le carene alla RSV4 da Superbike, cambiando manubrio e altri dettagli, Aprilia ha creato una maxi-naked affilata e velocissima. Con la nuva versione cresce la cilindrata del motore, mentre sospensioni e posizioni di guida diventano più civili
Che senso ha una moto sportiva, pensata per l’uso su strada, ma con prestazioni che la rendono tranquillamente adatta anche alla guida in pista? Dal punto di vista razionale, molto poco, ma si sa che i motociclisti non lo sono mai molto. Se poi un costruttore decide, così, quasi per gioco, di prendere una superbike, di svestirla delle carene e di montarle un manubrio alto, facilmente tutti i concorrenti faranno lo stesso. Perché è una operazione tutto sommato a basso costo e poi c’è sempre qualche “matto” che si compra una belva da 175 CV e 184 kg per i giri della domenica o magari solo per andarci al bar. Sono questi i numeri salienti della Aprilia Tuono V4 1100, la maxi-naked che proviamo oggi. Dalla RSV4 riprende praticamente tutta la parte tecnica ma si differenzia per una posizione di guida tutto sommato accettabile e ha sospensioni che non spaccano la schiena a ogni sconnessione.
Ma anche se civilizzata, la sua anima di moto da corsa trasuda da ogni dettaglio e si risveglia non appena si accende il motore. Il suono è di quelli che non lasciano dubbi e la sella bella sottile ricorda – semmai uno fosse riuscito a scordarselo – che quando si ruota la manetta c’è poco da scherzare. Sicuramente non è una moto adatta ai neofiti, sebbene il pacchetto di sistemi di assistenza alla guida (sportiva) APRC – Aprilia Perfomance Ride Control riesca a renderla del tutto inoffensiva. Con l’Abs la frenata è sotto controllo, al pari della trazione e dell’impennata. Ognuno dei tre dispositivi è regolabile, separatamente e su vari livelli, ma volendo si può anche disinserire. Francamente non ha nessun senso farlo, nemmeno in pista, dove anche i piloti professionisti sono più veloci con un piccolo “aiutino” dell’elettronica. La serietà con cui va condotta la Tuono, quindi, non ha nulla a che vedere con la sua sincerità, che è totale, o con qualche pecca della ciclistica. La moto fa esattamente quello che vuole il pilota, ha una stabilità esemplare e una velocità di ingresso in curva fulminea.
Il problema, casomai, può essere proprio il pilota stesso, perché basta farsi prendere la mano e ruotarla qualche grado e secondo di troppo per trovarsi a velocità doppie o addirittura triple rispetto a tutti i limiti di velocità. Non è una battuta a effetto, su una strada statale con limite di 70 km/h è questione di istanti ritrovarsi a 210 km/h. Questo perché il nuovo motore ha dei medi regimi molto più robusti, tanto che a 8.000 giri ci sono 20 cavalli più di prima, se poi si continua fino agli 11.000, dove si trova la potenza massima, la spinta diventa davvero furiosa. Ma anche avendo la possibilità di superare i 200 orari, la quasi totale assenza di carenatura dà origine a una lotta senza quartiere tra il centauro e il flusso dell’aria, che tenta di disarcionarlo con infaticabile costanza. Tra le curve, invece, c’è da godere e si riesce a mantenere, con facilità disarmante, un “passo” precluso a molte altre moto. Come dire… rimettendole le carene è pronta per la pista.
Aprilia Tuono V4 1100 – la scheda
Che moto è: è una maxi-naked, ovvero una motocicletta senza carenatura derivata strettamente da una mille super-sportiva, in questo caso l’Aprilia RSV4. Ha prestazioni degne di una moto da corsa ma una sfruttabilità orientata alla strada
Che cosa cambia: rispetto alla prima generazione della Tuono il motore, che guadagna 80 cc, 8 cavalli e 10 Nm di coppia massima. Le sospensioni hanno una taratura più morbida così come la posizione di guida è diventata più confortevole
Le concorrenti: BMW S1000R, Ducati Monster 1200, Honda CB1000R, Kawasaki Z1000, KTM 1290 SuperDuke R, MV Agusta Brutale 1090, Suzuki GSX S 1000, Yamaha FZ1
Altezza sella: 825 mm
Ciclistica: avancorsa: 99.7 mm; angolo di sterzo: 24,7°;
Peso: 184 kg, senza batteria e senza liquidi
Motore: Aprilia 4 cilindri a V longitudinale di 65°; alesaggio e corsa 81 x 52.3 mm; cilindrata totale 1077 cc; raffreddamento a liquido, distribuzione bialbero a camme (DOHC), quattro valvole per cilindro. Potenza max all’albero 175 CV a 11.000 rpm; coppia max all’albero 121 Nm a 9.000 rpm
Cambio: Estraibile a 6 rapporti; comando cambio con sistema elettronico Aprilia Quick Shift (AQS)
Sospensione anteriore: Forcella Sachs upside-down “one by one”, steli Ø 43 mm [Forcella Öhlins, con trattamento superficiale TIN]. Piedini forgiati in alluminio per fissaggio pinze radiali. Completamente regolabile in precarico molle, estensione e compressione idraulica. Escursione ruota 110 mm
Sospensione posteriore: monoammortizzatore Sachs con piggy-back completamente regolabile in: precarico molla, idraulica in compressione ed estensione Biellismo progressivo APS. Escursione ruota 130 mm
Pneumatici: ant: 120/70 ZR 17; post: 190/55 ZR 17 (in alternativa 190/50 ZR 17; 200/55 ZR 17)
Piace: motore “infinito”, precisione di guida, stabilità, agilità e freni
Non convince: protezione aerodinamica inesistente, assenza di un qualsiasi vano per riporre anche solo i documenti
Produzione: Noale, Italia
Prezzi: 15.350 euro per la versionebase e 17.450 euro per quella Factory
In vendita: da subito