Economia

Buco pensioni, Boeri: “Soluzione sia equa, chiedere sforzo a chi ha avuto di più”

Il presidente dell'Inps, commentando la sentenza della Consulta, torna alla carica con l'idea del ricalcolo di tutti gli assegni con il sistema contributivo. "Sarebbe un errore chiedere uno sforzo a chi in futuro avrà trattamenti molto bassi". L'economista ha poi affermato che i costi derivanti dal pronunciamento della Corte sono "sopportabili" per l'istituto. Intanto Poletti fa sapere che il governo deciderà "molto prima" delle regionali del 31 maggio

“Mi auguro che si decida di improntare la scelta all’equità non solo intragenerazionale ma anche intergenerazionale”. Così il presidente dell’Inps, Tito Boeri, è tornato indirettamente alla carica con l’idea di ricalcolare tutte le pensioni con il nuovo metodo contributivo. Per poi tagliare quelle troppo alte, nel senso di non giustificate sulla base di quanto versato durante la vita lavorativa. Boeri ne ha parlato commentando, in audizione in commissione Anagrafe tributaria, la sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la mancata rivalutazione degli assegni disposta dalla norma Fornero. Il pronunciamento, ha detto l’economista, “ha degli aspetti redistributivi molto importanti” e “mi auguro che le scelte che verranno fatte verranno motivate e verranno improntate all’equità, che è anche quella tra chi ha avuto di più e chi è chiamato oggi a dare di più per poi ricevere di meno. E mi auguro che il governo prima e il Parlamento poi vorranno agire in questa direzione. Sarebbe un errore chiedere uno sforzo a chi in futuro avrebbe pensioni molto basse”.

Tradotto: il docente della Bocconi e cofondatore de lavoce.info auspica che il premier Matteo Renzi e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan coprano il buco tagliando le pensioni molto elevate perché calcolate sulla base del vecchio sistema retributivo. Qualcosa di simile, del resto, a quanto ventilato una settimana fa anche dal viceministro Enrico Zanetti, secondo il quale “sarebbe immorale” che si restituiscano i soldi ai pensionati “che prendono 3.500-4.000 euro al mese, quando si è chiesto ai giovani di passare al sistema contributivo“. Nel frattempo, continuano a non esserci certezze su quando l’esecutivo varerà il decreto con i dettagli sulla restituzione del mancato adeguamento: il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, durante il question time in aula alla Camera, ha ripetuto quanto detto martedì da Renzi: “Il governo agirà rapidamente ma utilizzerà il tempo indispensabile a sviluppare un’analisi completa e puntuale dei contenuti della sentenza e delle diverse opzioni di intervento che la stessa ammette”. Al momento non è stata presa “ancora nessuna decisione specifica in merito”. In ogni caso, ha sostenuto il ministro, “non c’è un problema di data di elezioni (le regionali del 31 maggio, ndr), la nostra intenzione è arrivare molto prima” a una decisione. Secondo indiscrezioni il decreto potrebbe essere esaminato durante il Consiglio dei ministri convocato per lunedì.

Boeri ha chiarito che qualunque sia la soluzione si tratterà di una “scelta politica” a cui l’Inps può fornire solo un “sostegno” tecnico, per fare in modo che la decisione sia “più informata possibile”. Il nuovo presidente dell’istituto non ha voluto fornire stime sui costi futuri della sentenza per la finanza pubblica: “Sono tanti gli scenari” possibili e “fino a quando non ci sarà una chiara definizione del significato della sentenza i numeri sono talmente diversi che verrebbero mal capiti”, ha detto. “Nel momento in cui sarà una precisa interpretazione, e ci fossero le misure adottate dal governo, potremo fare la simulazione”. Quanto ai costi futuri per l’istituto, che dovrà aggiornare le pensioni all’adeguamento dell’indicizzazione, secondo il presidente saranno sopportabili ma “avremo bisogno di un attimo per attrezzarci”.