C’era una volta il mondo dei social network, dove all’improvviso tutti sono diventati tuttologi e hanno avuto la possibilità di dire la loro.
Scopri improvvisamente che vivi in un mondo estremamente superficiale anche quando si parla di leggerezza. Stare sui social è uno svago per alcuni, un lavoro per altri, un mezzo per cercare visibilità per altri ancora. Quest’ultimi sono quelli a cui è dedicato questo post. Da un mese a questa parte è nato “Periscope” un social network di live streaming che dà la possibilità di guardare il mondo con gli occhi di altri. Che c’è di più bello al mondo che essere sul proprio divano e ritrovarti a visitare una piazza magari dall’altra parte del mondo o prendere parte ad un evento solo dallo schermo del tuo cellulare? Ci appassioniamo a storie leggendo un libro o guardando un film, perché non dovremmo farlo con Periscope? Secondo alcuni “radical chic” è un social “banale” come se gli altri fossero intellettualmente tutti interessanti.
In Italia troviamo un Fiorello che oltre che condividere la propria vita come ️stamane parlando di temi importanti come la fibrosi cistica, ci fa viaggiare per l’Italia scoprendo luoghi e monumenti delle città in cui si trova grazie al tour del suo spettacolo, o ancora Giulio Base che fa vedere Roma al mondo intero parlando nelle sue dirette perfettamente in inglese o in francese per poter dialogare con i followers che da oltre 20 Paesi lo seguono. Poi indubbiamente c’è anche chi, credendo di essere interessante, fa dei monologhi appagando l’ego, eppure uno o due followers li ha, quindi è contento così. Sottovoce vi confido che esilaranti sono i video di Flavia Vento, se non per il contenuto, per l’interazione di chi la segue.
Viaggiare, ragionare, vedere il mondo con gli occhi di altri è banale? Preferisco questo tipo di banalità al susseguirsi di parole che screditano personaggi famosi e non, che han qualcosa da condividere. Condividere è sempre un atto di generosità, screditare no