Il giudice per le indagini preliminari ha emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere, dopo che l'uomo ha ribadito la sua confessione durante l'interrogatorio di garanzia a Regina Coeli. La Procura di Roma gli ha contestato i reati di violenza sessuale, lesioni e rapina
Simone Borgese rimane in carcere. Il giudice per le indagini preliminari di Roma ha infatti convalidato il fermo del 30enne reo confesso dell’abuso di una tassista nella Capitale. Il gip Flavia Costantini ha emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere dopo che, nell’interrogatorio di garanzia a Regina Coeli, l’uomo confermato. Nei confronti di Borgese la Procura di Roma, che aveva chiesto al gip la richiesta di convalida, ha contestato i reati di violenza sessuale, lesioni e rapina.
Simone Borgese ha abusato di una tassista l’8 maggio. Si è fatto accompagnare in una stradina isolata per poi immobilizzarla e costringerla a un rapporto orale. È stato poi catturato grazie ad un identikit e alla testimonianza di un collega della donna, che si ricordava di lui in quanto non aveva pagato il taxi e per questo si era fatto lasciare il numero di telefono. Borgese ha confessato quasi subito, in Questura, di essere l’uomo ricercato, sostenendo che il suo è stato un raptus. “È una cosa di cui mi pentirò per tutta la vita, non mi era mai successo in vita mia una cosa del genere: lo confesso subito e mi tolgo un peso, sono stato io, chi cercate sono io”.