Che la lobby delle concessionarie autostradali sia potente e molto ben introdotta non vi è dubbio alcuno, ma che arrivi a comunicare in anteprima al governo una decisione di Bruxelles fa capire meglio di qualunque esempio come marcino le cose in Italia e in Europa. Il vicepresidente di Unicredit nonché presidente di Aiscat, Fabrizio Palenzona, si è pubblicamente complimentato con il premier Matteo Renzi e con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio “per aver sostanzialmente avviato a chiusura la delicata procedura europea aperta nello scorso agosto”. Peccato che, appunto, né Renzi né Delrio ne sapessero qualcosa. L’Aiscat sì, però, in quanto si tratta di una procedura che colpisce direttamente gli interessi delle concessionarie autostradali che da mesi stanno facendo fuoco e fiamme per ottenere la proroga senza gara delle concessioni in aperta violazione delle normative europee. L’uscita di Palenzona è curiosa, anche perché giusto a fine marzo Bruxelles ha scritto a Roma fissando dei paletti molto stringenti sui cosiddetti “nuovi investimenti” per i quali è ammissibile una proroga delle concessioni, ammettendone di fatto solo 1,5 sui 10 miliardi proposti dall’Italia.

L’Aiscat sostiene che la Commissione Ue avrebbe condiviso con il governo italiano l’idea “che i principi della crescita e della tutela del consumatore utente giustificano la consensuale modifica della durata e la stessa integrazione delle diverse concessioni così da dare luogo a una rete più efficiente”. Insomma, uno spiraglio in cui infilarsi per aprire senza indugio il solito mercato delle vacche. E Palenzona suona la carica: “Ora è necessario che il governo, oltre a finalizzare la procedura con la Commissione Europea, definisca con le concessionarie interessate i contenuti delle specifiche intese tali da concretizzare gli obiettivi di partenza assicurando l’equilibrio economico finanziario dei piani, tariffe competitive e la prosecuzione dei piani di investimento”. Insomma, la lobby pretende di ottenere ciò che aveva ottenuto con l’articolo 5 del decreto “Sblocca Italia”: la proroga delle concessioni sulla base di piani realizzati dalle stesse concessionarie e non sottoposti a controllo alcuno.

Tutto questo per fare gli investimenti già previsti dalle concessioni ma non realizzati perché il calo del traffico e l’aumento dei costi non permetterebbero di coprirli. Non basta. Palenzona coglie l’occasione per battere anche cassa, ricordando al governo che il 30 giugno dovrebbero scattare gli adeguamenti tariffari congelati alla fine dello scorso anno e coglie l’occasione per ribadire “la centralità del principio della certezza giuridica che impone il rispetto dei contratti ed accordi sottoscritti e ancor più particolarmente in un momento in cui deve essere promossa la crescita e l’interesse degli investitori”. Insomma, oltre alla proroga le concessionarie vogliono anche gli aumenti tariffari promessi, che scatteranno giusto prima dell’esodo estivo.

E il governo, c’è da credere, li accontenterà senza battere ciglio e senza prestare orecchio alle Authority che da mesi si dicono contrarie a questo modo di procedere. In particolare, il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella è tornato a suggerire che “se una proroga delle concessioni deve esserci, questa deve essere valutata caso per caso per fare in modo che ci siano veramente le ragioni di efficienza e dei ritorni positivi per il consumatore”. Pitruzzella ha ricordato che ci sono già state “indicazioni dall’Antitrust e dell’Autorità anticorruzione critiche nei confronti di una proroga indistinta”. Inascoltati, almeno finora.

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