È stato trovato un accordo nella maggioranza per avviare un tavolo tecnico con l'obiettivo di rivedere l’allungamento eccessivo dei termini per gli illeciti penali tipici dei colletti bianchi e dei politici. La "giustificazione" a questo cambio di marcia è che una prescrizione troppo lunga avrebbe influito in maniera negativa sulla ragionevole durata dei processi
Prima l’hanno allungata, ma adesso la prescrizione dei reati, solo quelli per la pubblica amministrazione, potrebbe subire una sforbiciata. È stato trovato un accordo nella maggioranza per avviare un tavolo tecnico con l’obiettivo di rivedere l’allungamento eccessivo dei termini per gli illeciti penali tipici dei colletti bianchi e dei politici: corruzione in primis. La “giustificazione” a questo cambio di marcia è che una prescrizione troppo lunga avrebbe influito in maniera negativa sulla ragionevole durata dei processi.
Area popolare chiede e il governo “cede”
Il taglio della prescrizione, che vale la pena ricordarlo è l’istituto giuridico che prevede il non luogo a procedere quando è passato troppo tempo, è l’esito della riunione svolta al ministero della Giustizia tra il ministro Andrea Orlando e i capigruppo di maggioranza.
L’accordo per arrivare all’approvazione senza intoppi
A sollecitare l’incontro era stata Area Popolare (Ncd e Udc). L’obiettivo del tavolo è raccordare ddl prescrizione e ddl anticorruzione (nel frattempo approvato in commissione). In questo modo si chiude anche un accordo politico per il quale da una parte vede Renzi ottenere l’approvazione ddl anticorruzione senza troppi intoppi entro il 31 maggio, ora che il tema è diventato elettorale soprattutto in Campania.
Dall’altro Ap ottiene una revisione della riforma della prescrizione (nella stessa partita c’era anche l’attenuazione delle pene sul falso in bilancio). Nella sostanza se per la corruzione, per effetto del testo uscito dall’Aula di Montecitorio, con l’aumento delle pene si era esteso anche il limite per la fine del processo (fino a 12 anni). Ora Pd e Ncd hanno intenzione di mettersi d’accordo per riaccorciare i tempi di prescrizione.
“Tempi certi e non troppo lunghi per i processi”
Come spiega il senatore Nico D’Ascola (alfaniano di Area Popolare) è stato trovato “un accordo” e “si è convenuto che per effetto di alcune modifiche di legge ci sarebbero stati tempi troppo lunghi di prescrizione e che non avrebbero eliminato il rischio prescrizione in sé e per sé, ma avrebbero avuto riflessi sulla ragionevole durata dei processi”.
La scelta individuata oggi sarà di lavorare sull’articolo 171 del codice di procedura penale anziché sul 157 (entrambi regolano la regolarità delle notifiche). “I cittadini – ha aggiunto il capogruppo di Ap al Senato, Renato Schifani – hanno diritto a tempi certi dei processi e bisogna evitare un eccessiva dilatazione. Oggi abbiamo avviato una trattativa foriera di un giusto compromesso e delle giuste tutele”. Secondo il responsabile Giustizia del Pd, David Ermini “il tavolo tecnico svolgerà un lavoro importante. L’impianto del testo sulla prescrizione rimane integro: ci saranno le sospensioni di due anni e un anno dopo le condanne in primo grado e in appello; si partirà nel calcolo dal massimo edittale come base”. Ermini ha poi sottolineato un punto: “A nostro avviso va considerato che i reati contro la pubblica amministrazione non potranno essere considerati come reati ordinari“.
Il vice ministro Costa: “Ap ha insistito per arrivare a questo passaggio”
Inoltre “è stato chiesto che siano inseriti nelle modifiche al 161 anche gli altri reati contro la Pa, come l’induzione. È stata raggiunta un’intesa equilibrata – ha sottolineato il viceministro alla Giustizia, Enrico Costa (Ap) – stiamo definendo i contorni di un contesto in cui operano due provvedimenti, quello sulla corruzione e quello sulla prescrizione, riassorbendo passaggi forzati che ci sono stati in commissione alla Camera. Ci sarà più equilibrio ed un aumento dei termini di prescrizione, ma un aumento che non comprometta i tempi del processo. Ap ha sollecitato questo incontro e il ministro ha accolto la richiesta e ha insistito per arrivare a questo passaggio prima dell’approvazione del ddl corruzione”.
La Camera aveva approvato il ddl il 24 marzo
La Camera aveva approvato, il 24 marzo scorso, aveva approvato la cosiddetta prescrizione lunga e il Guardasigilli aveva subito detto che in Senato “alcune valutazioni di Ap potranno essere prese in considerazione” anche se aveva sottolineato che l’impianto della legge non sarebbe stato toccato. Il termine-base di prescrizione dei reati di corruzione propria e impropria e di corruzione in atti giudiziari dovrebbe aumentare della metà. Per esempio, per la cosiddetta corruzione impropria (art. 319 del codice penale), punita a legislazione vigente fino a 8 anni, il processo dovrà intervenire entro 12 anni, pena l’estinzione del reato. Un calcolo che viene effettuato aggiungendo la metà della pena (4 anni) alla pena stessa. L’ipotesi è che invece dell’aumento della metà si applichi l’aumento di un terzo.
Resta da chiedersi se un intervento solo sulla prescrizione dei reati per la pubblica amministrazione sia compatibile con l’articolo 3 della Costituzione che prevede l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Avere una legge che accorcia la prescrizione solo per una fattispecie di reati potrebbe essere argomento di discussione dei giudici della Consulta.