La notizia circolava già da qualche mese nell’ambiente degli addetti ai lavori e, come tipicamente succede, Facebook è molto puntuale nel passare dalla strategia all’execution, come si dice in gergo.
Gli “Instant Articles” ovvero gli articoli di molte testate editoriali online da ieri sono visibili direttamente sulle bacheche degli utenti di Facebook che utilizzano iPhone. Per il momento l’accordo è stato fatto con 9 gruppi editoriali: New York Times, National Geographic, BuzzFeed, Nbc, The Atlantic, The Guardian, Bbc News, Spiegel e Bild, ma è scontato che presto si allargherà a moltissime altre testate internazionali e nazionali, compresa l’Italia. Qualche dato per capire la portata di questa operazione e per coglierne i risvolti: nel mondo ci sono 3 miliardi di utenti Internet dei quali 1,7 miliardi sono frequentatori dei social network attraverso lo smartphone e l’80% di questi sono utenti di Facebook.
In Italia l’utilizzo dei social network via mobile phone è pari a circa al 90% degli utenti su un totale di 20 milioni di utilizzatori (media mensile). 40 milioni invece sono gli italiani che hanno accesso ad Internet e 28,5 milioni gli utilizzatori effettivi (media mensile), considerando la fruizione da pc, tablet e mobile.
Cosa c’è quindi in gioco? Dunque, abbiamo detto che Facebook, fruito da smartphone, pubblicherà le notizie, gli articoli delle testate d’informazione, con foto, video, mappe e altri contenuti interattivi, direttamente sulla sua piattaforma e gli utenti potranno accedervi senza lasciare la loro bacheca, cioè senza più nemmeno fare un click per entrare sui siti degli editori. La partita in gioco è legata all’audience ed alla pubblicità. Per quanto riguarda l’audience, la scommessa per gli editori è quella di non perdere “lettori” proprio a causa dell’inarrestabile dominanza di Facebook come sito mobile più utilizzato attraverso il quale, ormai sempre più spesso, di leggono e si condividono le news. La possibilità di leggere, condividere e commentare anche singole parti delle notizie online direttamente su Facebook dovrebbe essere un’opportunità, anche per guadagnarsi una maggiore attenzione da parte delle generazioni più giovani, i cosiddetti Millenials, che leggono poco le news ma che stanno molto sui social network. Il traffico generato dalla lettura delle news su Fb sarà comunque attribuito all’editore, che avrà anche la possibilità di accedere a tutti i dati analitici e statistici, rilevati dalla società di ricerche Comscore, sulla fruizione da parte degli utenti.
Parallelamente gli editori potrebbero avere la possibilità di incrementare i loro introiti pubblicitari, ammesso e concesso che questa nuova opportunità non cannibalizzi totalmente invece la fruizione delle news dal sito dell’editore e della relativa raccolta pubblicitaria. E’ vero che le testate online “manterranno il pieno controllo dei contenuti pubblicati e dei loro modelli di business”, ha sottolineato Chris Cox, Chief Product Officer di Facebook, “gli editori potranno sia vendere direttamente pubblicità e incorporarla nei loro articoli, mantenendo così interamente i ricavi derivanti, sia potranno delegare a Facebook la vendita degli spazi attraverso la piattaforma Facebook Audience Network, nel qual caso il social network manterrà una fetta degli introiti.
E qui si tratterà di negoziare una quota che possa essere soddisfacente da entrambe le parti. Un salomonico 50/50? Un 60% alla testata e 40% alla concessionaria Facebook? Dipenderà dal potere contrattuale della testata…Speriamo, nel senso che è ovvio che Facebook parta da una posizione negoziale molto forte e che una volta consolidata questa nuovissima “practice”, che creerà una vera e propria dipendenza da parte degli editori, potrebbe anche decidere di rivedere le politiche commerciali a suo piacimento. Ma, d’altro canto, quando si parla di Internet e di molti fenomeni rivoluzionari relativi alla fruizione dei contenuti media, che li’ dentro sono nati, non si può fare altro che cercare di entrare nella partita e comunque scendere a patti. E’ inevitabile.