C’è un italiano tra le vittime dell’attacco di ieri, 13 maggio, alla guesthouse Park Palace, nel quartiere di Shahr-e-Nawdi di Kabul, in Afghanistan. Sandro Abati aveva 48 anni ed era originario di Alzano Lombardo (Bergamo): si trovava nel residence insieme alla compagna, Aigerim Abdulayeva, 27 anni, di origini kazake, anche lei rimasta uccisa nell’attacco: i due vivevano insieme in Kazakistan e si sarebbero dovuti sposare a luglio a San Pellegrino Terme (Bergamo). Abati era esperto nel settore del Public private partnership: negli ultimi 15 anni aveva fornito assistenza tecnica ai governi ed amministrazioni in molti Paesi dell’est europeo, del Medio Oriente, dell’Asia centrale e meridionale. “Abati lavorava come consulente per un’agenzia che promuove investimenti in Afghanistan”, ha spiegato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Il bilancio delle vittime è di 14 morti di cui 9 stranieri (tra i quali anche un americano e 4 indiani), 6 feriti e 54 ostaggi portati in salvo.

I talebani hanno rivendicato l’attacco. In una mail inviata ai media, il portavoce, Zabihullah Mujahid ha detto che il gruppo ha preso di mira il residence perché frequentato da stranieri. La guesthouse è solitamente frequentata da cittadini stranieri e vicina a un ufficio delle Nazioni Unite e di altre agenzie internazionali. “L’attacco è stato pianificato con cura per colpire il party al quale stavano partecipando persone importanti e americani”, ha riferito Mujahid.

L’assalto è iniziato alle 20,30 di mercoledì (ora locale), quando i talebani hanno iniziato a sparare nel ristorante della guesthouse e hanno preso in ostaggio per ore decine di ospiti: in quel momento nella struttura era in corso una festa e si attendeva l’inizio del concerto del cantante Altaf Hussain. L’azione hanno riferito i taliban, è stata condotta da un unico attentatore, “Mohammad Idress, armato di kalashnikov, una cintura esplosiva e una pistola” che “ha attaccato il luogo dove si trovavano oltre 100 persone”. Una versione che contrasta con quella del governo afghano, secondo cui sarebbero stati tre i miliziani coinvolti.

“L’obiettivo era l’ambasciatore indiano”
L’obiettivo dei Talebani era quello di colpire l’ambasciatore di Nuova Delhi a Kabul, Amar Sinha, che ritenevano fosse all’interno della guesthouse. Lo scrive l’agenzia di stampa Khaama Press, che cita l’inviato speciale del presidente afghano Ashraf Ghani per la good governance, Ahmad Zia Massoud, che ha visitato la guesthouse a Kabul. Quello di ieri sera sembrerebbe quindi un “attacco politico”, ha detto Massoud.

Ambasciatore italiano a Kabul: “Siamo in piena offensiva talebana”
La situazione a Kabul “è pericolosa – racconta l’ambasciatore italiano in Afghanistan, Luciano Pezzotti – siamo in piena offensiva di primavera talebana, che quest’anno è iniziata prima, dopo un inverno abbastanza mite, con azioni di tipo militare in quasi tutto il Paese”. “Quasi ogni giorno qui c’è qualche piccolo attentato, una bomba sotto un auto o un kamikaze”, è la testimonianza dell’ambasciatore, secondo il quale l’attacco “è stato un po’ sui generis, diretto contro una guesthouse piuttosto fortificata, ed è stato condotto da più di un kamikaze”.

Afghanistan, 974 vittime civili tra gennaio e aprile
Il 2015 è già un altro triste anno per il bilancio di vittime civili del conflitto in Afghanistan. Gli ultimi dati della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), che si riferiscono al periodo tra gennaio e aprile, parlano di 974 civili morti e 1.963 feriti. Per la stessa Unama si tratta di dati “record“, che dimostrano un incremento del 16% rispetto allo stesso periodo nel 2014. L’anno scorso, secondo la stessa Unama, in Afghanistan si sono contate circa 10mila vittime civili (3.699 morti e 6.849 feriti), il 22% in più rispetto al 2013.

Lanciata il 24 aprile l'”offensiva di primavera”
Nelle ore precedenti i fondamentalisti islamici avevano attaccato un edificio governativo a Lashkar Gah, capoluogo della provincia di Helmand, uccidendo almeno 12 persone. Lo scorso 24 aprile i talebani hanno lanciato la cosiddetta “offensiva di primavera“, minacciando attacchi contro gli “occupanti stranieri”, le loro basi militari e il governo “fantoccio” di Kabul. Il nome scelto quest’anno per l’offensiva è “Azm”, ovvero “perseveranza, determinazione”.

I seguaci del mullah Omar combattono contro il governo di Kabul e i suoi alleati dal 2001, dalla caduta del loro regime instaurato nel 1996. Già prima dell’annuncio dell’avvio dell’annuale “offensiva di primavera” si era registrata un’escalation di attacchi degli insorti. A inizio maggio si sono tenuti in Qatar colloqui informali tra una delegazione del governo di unità nazionale afghano e rappresentanti dei Talebani.

La Nato prolunga la missione in Afghanistan
La Nato manterrà in Afghanistan una sua missione a “guida civile con una componente militare”, dopo la conclusione dell’attuale ‘Resolute support’, prevista per il 2016. E’ quanto hanno deciso i ministri degli Esteri dell’Alleanza riuniti ad Antalya. “Manterremo una presenza in Afghanistan a guida civile”, ha spiegato il segretario della Nato Jens Stoltenberg in una conferenza stampa precisando che la missione avrà “un’mpronta soft”, di sostegno e assistenza alla popolazione civile e alle forze di sicurezza afghane.

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