“Un giorno vi porto una foto della divisa rossa e gialla che indossavo quando lavoravo al Burghy, in Galleria a Milano. Facevo le patatine fritte e i panini per pagarmi l’università”. Lo rivela il segretario della Lega, Matteo Salvini, durante il talk show di approfondimento politico Matrix, su Canale5. Il leader del Carroccio snocciola le sue esperienze lavorative giovanili, di cui si dichiara ‘orgoglioso’: “Di quel periodo ricordo una fatica della miseria. Lavoravo 8 ore al giorno per portare a casa 700-800mila lire, finendo alle 2 del mattino e avendo a che fare con la maleducazione della gente. Però se fai certe esperienze, se lavori in una certa maniera, se consegni le pizze, come ho fatto, o se monti cartelli stradali, poi dai un valore alla fatica, al lavoro, al denaro, al sudore e quindi rispetti quelli che lavorano e non ti permetti di prenderli in giro”. Salvini poi parla del rapporto col figlio dodicenne: “Lui mi dice sempre: ‘Papà, fai un bel lavoro, ti vedo spesso in televisione, ma quasi mai a casa. Non farò mai il tuo lavoro da grande, perché sei sempre in giro’. Mio figlio ha il cellulare, ma lo usa solo a casa e non può portarlo in giro. Chi non ha il telefonino a 12 anni oggi purtroppo? Di lui sono felicissimo: è bravissimo a scuola, mi dà soddisfazioni che io non davo ai miei genitori perché 10 in matematica non l’ho mai preso in vita mia”. E chiosa: “Ai miei due bimbi non posso chiedere di più, stanno venendo su in maniera incredibile nonostante il papà ci sia pochino. Ecco, questa è una parte del lavoro che mi pesa: se fai bene il politico dalla mattina alla sera, 7 giorni su 7, non hai sabato, né domenica, ti perdi qualche partita del bimbo o la festa della bimba all’asilo. Però lo faccio per loro e sono contento di quello che sto facendo per loro e spero che mi ringrazieranno” di Gisella Ruccia