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Siria, Isis alle porte di Palmira: uccisi 26 “collaboratori del regime”. Minacciati tesori della città patrimonio dell’Unesco

Secondo l'emittente satellitare Al Arabiya, i miliziani si trovano a 2 km dalla città, nei pressi della quale avrebbero assassinato più di 26 persone, 10 delle quali sarebbero state decapitate con l'accusa di essere "collaboratori del regime"

Lo Stato Islamico è un passo dal conquistare un’altra città in Siria. Secondo l’emittente satellitare Al Arabiya, i miliziani si trovano a 2 km dalla città di Palmira, sito archeologico dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità a 240 chilometri a sud ovest di Damasco. A lanciare l’allarme è stato anche l’Osservatorio siriano per i diritti umani. I miliziani dell’Is hanno già distrutto alcuni importanti siti archeologici in Iraq, come quello di Nimrud risalente a tremila anni fa e quello assiro di Hatra, città patrimonio dell’Unesco, sparando con kalashnikov contro manufatti del II-III secolo a.C.. Prima avevano distrutto con asce e picconi le statute conservate nel museo di Mosul e avevano dato fuoco a libri antichi della biblioteca che si trova sempre a Mosul, roccaforte dell’autoproclamato Califfato.

Nei pressi della città gli jihadisti avrebbero assassinato più di 26 persone, 10 delle quali sarebbero state decapitate. Le vittime erano accusate di essere “collaboratori del regime” siriano, nelle località di Al- Sujna e Al-Ameriya. Le forze armate hanno inviato rinforzi per tentare di fermare i militanti, usando artiglieria e aviazione, ha dichiarato a Efe il governatore di Homs, Talal al Barazi. Ha spiegato anche che gli scontri si svolgono alla periferia orientale e occidentale del centro abitato, “a circa tre chilometri” di distanza.

Palmira, un tempo nota come la “Sposa del deserto“, si trovava in un’oasi e fu un centro carovaniero per i mercanti e viaggiatori che attraversavano il deserto sulla Via della seta. Le sue rovine risalgono al II secolo a.C. e si estendono per 50 ettari. Prima dell’inizio del conflitto, nel marzo 2011, i suoi teatri e templi sono stati uno dei principali centri turistici della Siria. Palmira è uno dei sei luoghi che nel Paese fanno parte della lista del Patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Ci sono anche le città vecchie di Aleppo, Damasco e Busra, il Krak dei cavalieri e i vicini paesi del nord. Tutti questi luoghi sono inseriti anche nella lista del Patrimonio Unesco in pericolo.

“Palmira è minacciata”, ha ora avvertito Rami Abdel Rahmane, il direttore dell’Osservatorio. “La battaglia si combatte ora a due chilometri a est della città dopo che l’Is ha preso il controllo di tutte le postazioni dell’esercito (siriano, ndr) tra al-Soukhna e Palmira”, ha precisato. Barazi ha detto che dopo la caduta di al-Soukhna 1.800 famiglie sono fuggite verso Palmira dove si trovano tre centri di accoglienza. Nella notte tra martedì e mercoledì gli scontri che si sono registrati in questa zona hanno causato la morte di 110 persone, tra cui 70 uomini delle forze del regime e 40 jihadisti, tra cui due comandanti.

Per l’Unesco Palmira ha un “valore inestimabile”. Nel sito vi sono rovine monumentali di una grande città e di uno dei più importanti centri culturali dell’antichità. Ci sono templi ben conservati risalenti al primo e al secondo secolo dopo Cristo e strade ricche di colonne. L’interpretazione estremista del Corano che segue l’Is spinge i jihadisti a considerare inammissibili edifici risalenti all’epoca pre-islamica, ma anche quelli riconducibili ad altre fedi o ad altre sette dell’Islam o quelli in cui si onorano leader religiosi defunti diversi da Dio.