Sono leggermente peggiorate le condizioni dell’infermiere di Emergency contagiato dal virus Ebola e ricoverato dal 13 maggio all’Istituto Spallanzani di Roma. Il paziente “è febbrile, lucido e collaborante. Da questa notte è comparsa un sintomatologia gastrointestinale importante“, dice il bollettino medico. L’ospedale fa sapere anche che dopo il primo trattamento antivirale specifico, l’infermiere di Emergency è stato sottoposto a un secondo farmaco sperimentale non registrato. Il medicinale, già autorizzato con ordinanza dell’Aifa del 12 maggio, su indicazione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, è arrivato dall’estero. “Non c’è nessuna ragione di rischio – spiega la Lorenzin – abbiamo isolato alcune persone a casa ma solo in via precauzionale, preferiamo eccedere nella prevenzione”.
Secondo Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, la possibilità che il paziente sardo colpito da Ebola abbia contagiato qualcuno in Italia è “trascurabile”: “Il personale che ha preso in carico il paziente è altamente specializzato e attrezzato”. Intanto la struttura clinica interaziendale che ha gestito l’emergenza “ha disposto un periodo di quarantena per altre tre persone“.
Dopo aver lavorato nel Centro di cura dei malati di ebola in Sierra Leone, l’infermiere di Emergency era tornato in Italia l’8 maggio. Come da protocollo, aveva immediatamente automonitorato le proprie condizioni di salute. I primi sintomi sono arrivati il 10 maggio in tarda serata. Ma l’infermiere sassarese ha avuto anche alcuni contatti in Italia dopo essere rientrato dall’Africa e così “a scopo precauzionale, sono state attivate le procedure di controllo e di sicurezza per le pochissime persone che hanno avuto contatti con il paziente”. L’infermiere sardo è il secondo paziente italiano dopo Fabrizio Pulvirenti, il medico siciliano guarito dal virus.