Cosa resta, oggi, della manifestazione di ieri pacifica, di famiglie, con bambini al seguito che hanno prima marciato, poi ballato e cantato sotto la Prefettura di Roma per il diritto alla casa, contro gli sfratti?
Una sfilata durata diverse ore con in testa mamme e bambini a piedi, o nei passeggini. Bambini che a sentir parlare uno di loro “Non so che faccio qui. Oggi c’è una manifestazione”, e intanto mentre lottavano, senza saperlo, per avere un tetto sulla testa, giocavano e saltavano sotto la prefettura con il loro fare naturale e giocoso, caratteristica esemplare della loro età. Una nota di colore che piace sottolineare perché occorre tenere s empre a mente quanto i bambini, invece, siano i veri tristi protagonisti, nonché vittime, di queste battaglie.
Ma la loro presenza è una scena vista e rivista in una metropoli come Roma, dove l’emergenza abitativa si è fatta un problema purtroppo strutturale, trasformandosi in una ulteriore forma di precarietà e con una persistenza che, se da una parte lascia sbigottiti e increduli, dall’altra non consente, per chi tifa per il diritto alla casa, di interrompere la lotta e arrendersi davanti a questo stato dei fatti. Non si è disponibili neanche a un passo indietro. Questa è una certezza.
Discutibile, o fatto che quanto meno fatto che invita a a porsi delle domande, la presenza ieri di numerose camionette e forze dell’ordine durante un corteo che sin dall’inizio si è mosso in modo assolutamente pacifico, con l’obiettivo finale di raggiungere la Prefettura, chiedendo un incontro con il Prefetto Franco Gabrielli. E, se contestabile è troppo, si può almeno dire che stonava questa presenza numerosa di guardie, soprattutto dopo l’incontro concesso dal viceprefetto Stefano Gambacurta che avrebbe spiegato ad Action e a una delegazione dell’Unione Inquilini la volontà da parte della Prefettura stessa, di non trasformare l’emergenza abitativa – perché qualcuno ancora ne parla come una “emergenza” – in un problema di ordine pubblico.
Insomma, potevano sembrare parole annunciatrici di un cambiamento se lo scenario fuori dalla prefettura fosse differente da quanto su riportato e se la Prefettura proprio ieri avesse fatto qualcosa per poi bloccare lo sfratto previsto per questa mattina.
Questo non è avvenuto. E’ stato lo stesso inquilino, Walter, ieri a raccontarci la sua storia e a trovarsi, oggi, sotto casa, ufficiale giudiziario, medico, avvocati, e forze dell’ordine. A quanto pare la prefettura questa volta non ha potuto schierare molte forze che si sono trovate davanti la presenza del movimento Action, imponente in quanto a militanti. La domanda che sorge è unica e sola: sarebbe ancora a casa Walter senza l’intervento di Action?
Bisogna sperare che dalla Prefettura nell’incontro del 21 maggio, ore 16,30, con il sindacato dell’Unione Inquilini ed Action, arriveranno risposte concrete, vale a dire soluzioni dal punto di vista sociale, perché la lotta per il diritto alla casa proseguirà, con fermezza, dalla parte di chi crede che se lo Stato non dà risposte concrete a questo dramma, non sarà l’illegalità la risposta di chi lotta, ma una battaglia sempre più determinata.