Carmela Cenicola era stata coinvolta nella stessa inchiesta: condannata in primo grado per minacce, era stata assolta in appello. Suo fratello è stato ritenuto responsabile di un omicidio. In un'intercettazione diceva: "A quel pm sparerei in fronte". I vertici del partito: "Non ne sapevamo niente: è estranea a quelle vicende, ma per ragioni di opportunità non avrebbe dovuto far parte della squadra"
E’ la sorella di un killer della malavita foggiana e si è candidata alla Regionali in Puglia con una lista promossa da Nichi Vendola. Ora Carmela Cenicola, 42 anni, ha deciso di ritirarsi dalla corsa. Come accade in questi casi non esiste un vero e proprio “ritiro” perché il termine per la presentazione delle liste è già stato superato: il suo nome comparirà comunque sulla scheda e eventualmente lascerà il seggio, se eletta. “Un articolo del giornale La Repubblica – scrive la Cenicola in una nota – rischia di essere strumentalizzato a ignobili fini politico-elettorali: denigrare persone che stimo e danneggiare la lista nella quale sono candidata per le imminenti elezioni regionali. Ritiro pertanto la mia candidatura. Chiedo scusa per tale gesto ai miei compagni di lavoro, a quelli che hanno riposto fiducia in me e che tanto si sono adoperati per propormi. Pensavo che l’aver dedicato una vita al lavoro, l’essere uscita indenne da procedimenti penali fossero sufficienti per godere appieno dei diritti civili e per essere degna di rappresentare gli interessi dei lavoratori nelle istituzioni politiche”.
La Cenicola è inserita nella lista Noi a sinistra per la Puglia, promossa dal presidente uscente e leader di Sel Vendola e dal senatore Dario Stefàno, che sostiene il candidato alla presidenza del Pd Michele Emiliano. Suo fratello Vincenzo, 30 anni, condannato a 8 anni e mezzo per l’omicidio di Fabrizio Pignatelli. Anche Carmela Cenicola era imputata in quel processo, con l’accusa di minacce. Condannata in primo grado a due anni di reclusione è stata poi assolta in secondo grado, insieme ad altre 34 persone. La donna è finita nelle carte del procedimento penale soprattutto per una serie di intercettazioni ambientali durante le sue visite in carcere al fratello: nel corso dei colloqui la donna usò parole violente contro i magistrati. In un’intercettazione ambientale al carcere di Foggia – dove visitava il figlio – secondo Repubblica la Cenicola gridò: “Se io avessi una pistola e non avessi nulla da perdere, per le cattiverie che sta facendo gli sparerei in fronte davanti a tutti quanti”. “Gli” era riferito al pubblico ministero.
“Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la famiglia Cenicola – affermano i parlamentari di Sel Ciccio Ferrara e Dario Stefàno – erano a noi sconosciute fino a quando non le abbiamo apprese dalla stampa stamattina. Pur restando fermamente garantisti, nel caso di processi in corso e tanto più dinanzi ad una sentenza di assoluzione, riconosciamo una possibile nostra disattenzione nell’aver accettato la sua proposta di candidatura nelle nostre liste. Carmela Cenicola è estranea a qualsiasi vicenda giudiziaria e tuttavia per ragioni di opportunità non avrebbe dovuto far parte della nostra squadra”. “Siamo convinti – proseguono – che la politica debba essere sempre la prima a dare il buon esempio, a partire da una rigida selezione dei candidati e delle candidate, anche da un punto di vista della opportunità. La nostra diversità passa anche da questo: dal riconoscere gli errori quando si sbaglia e provare a porvi rimedio immediatamente”.