Interrotti i lavori in Aula per permettere ad alcuni parlamentari di confrontarsi con i sindacati. Presenti anche rappresentanti della minoranza Pd tra cui Stefano Fassina e Gianni Cuperlo, poi i parlamentari del Movimento 5 Stelle e alcuni rappresentanti di Sel. Il governo ha mandato due deputate renziane per confrontarsi con i manifestanti: "Erano pochi"
Si sentono traditi, di Renzi non si fidano più. Circa duecento insegnanti alle 16.30 si sono dati appuntamento in piazza del Pantheon a Roma insieme ai sindacati per chiedere al governo di ritirare il ddl Buona scuola. Nel cielo grigio si stagliano le bandiere della Cgil, Cisl, Gilda, Snals. È stato allestito un palco sul lato destro del tempio pagano. Intanto la seduta nell’aula della Camera è stata sospesa per un’ora per consentire ai deputati di partecipare all’incontro. Matteo Renzi ha chiesto a due deputate renziane, Anna Ascani e Simona Malpezzi, di andare a confrontarsi con i manifestanti: “Come promesso”, ha scritto Ascani su Twitter, “con molti deputati Pd abbiamo raccolto l’invito dei sindacati. Gli insegnanti erano pochi, meno di noi, ma era giusto esserci”. È un pomeriggio come un altro in uno dei luoghi più turistici della capitale. Lo sciopero nazionale dei mezzi di trasporto di sicuro non ha aiutato. C’è la sinistra dem, con il suo leader Stefano Fassina, poi Alfredo D’Attorre, Gianni Cuperlo, Barbara Pollastrini, Monica Gregori. E Pippo Civati, in disparte, che rilascia interviste alla tv, una dietro l’altra.
“Allo sciopero del 5 maggio sono scese in piazza più di 650mila Insegnanti e studenti. È un evento storico per il nostro Paese. Renzi non può fare finta di niente. Non ha senso fare una riforma sulla scuola che non è condivisa dalla scuola!” grida dal palco Fassina. Una dirigente scolastica di Anguillara ha percorso in macchina 30 chilometri per far sentire la sua voce: “Il preside non può godere di un potere assoluto sulla scuola e sulla valutazione dei docenti, la sua leadership deve essere frutto di un confronto con gli organi collegiali, sempre”. Se il testo del ddl rimane così com’è lei minaccia di dimettersi dal suo ruolo: “Ho 44 anni di servizio, vado in pensione, anche se sono innamorata del mio lavoro, ma non potrò mai accettare una riforma di questo tipo”. Nella piccola folla ci sono anche insegnanti in pensione. “Come faccio a starmene a casa in silenzio, scusi? È distruggere una professione, violentare la storia della scuola – sbotta un’ex professoressa di francese da Roma -. Ricordo al ministro Giannini che c’è una legge di iniziativa popolare presentata due legislature fa e che nessuno ha preso in considerazione. Il popolo non conta niente, questa non è democrazia!”.
Il sit-in è stato organizzato dalle rappresentanze regionali di Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda. Poche però le persone presenti, anche a causa dello sciopero dei trasporti. In piazza anche gli esponenti della minoranza Pd tra cui Gianni Cuperlo, l’ex segretario Pd Guglielmo Epifani e Stefano Fassina. Quest’ultimo è stato contestato da alcuni docenti, che hanno gridato: “La sinistra non si svende”. Tra gli altri c’era anche Giuseppe Civati e il gruppo parlamentare di Sel, con il capogruppo Arturo Scotto. Polemici gli esponenti del Movimento 5 Stelle: Alessandro Di Battista ha definito la presenza degli esponenti democratici “la foglia di fico del sistema Renzi. Fanno credere ai sindacati e ai cittadini che c’è una parte buona del Pd”. Tra i docenti è spuntato anche il leader radicale Marco Pannella.