È un veliero bianco, lungo 14 metri. Il 25 agosto del 2011 aveva a bordo 51 migranti irregolari in fuga da Afghanistan, Iraq, Siria e Palestina. Quel giorno la Guardia di finanza di Roccella Ionica, nella provincia di Reggio Calabria, lo intercettò nel golfo di Squillace. I due trafficanti di esseri umani, un palestinese e un ucraino, furono subito arrestati. L’imbarcazione sequestrata. Dopo quattro anni di trafile burocratiche oggi è passata nelle mani di trecento studenti. Hanno dagli 11 ai 14 anni e frequentano l’Istituto Amerigo Vespucci di Vibo Marina, una frazione di Vibo Valentia, sul litorale tirrenico, impegnata sul fronte anti ‘ndrangheta.
“Il veliero sarà un’aula didattica galleggiante – spiega Maria Salvia, la dirigente scolastica -. Ho già pronto il calendario delle uscite in mare. Tre giorni alla settimana un gruppo di dieci alunni, per metà a rischio dispersione, salperà dal nostro porto insieme a uno skipper”. Due gli obiettivi: “Imparare a governare la barca, anche per un’eventuale occupazione futura, molti studenti – ricorda la preside – provengono da famiglie con disagi economici; e poi per monitorare la pulizia delle acque marine. Qui da noi c’è il problema degli scarichi di fogne in mare. Il liceo scientifico ‘Berto’ del capoluogo ha realizzato un kit con ampolle e agenti chimici per verificare la presenza di sostanze inquinanti. Gli studenti diventeranno delle sentinelle blu”.
In base al Testo unico sull’Immigrazione (articolo 12, comma 8), i beni immobili o mobili sequestrati nel corso di operazioni di polizia contro l’immigrazione clandestina possono essere affidati agli stessi organi di polizia. “Noi non eravamo interessati al veliero e abbiamo rinunciato a tenerlo – ci spiega Antonello Maggiore, colonnello delle Fiamme gialle di Vibo Valentia -. In alternativa poteva essere donato ad associazioni no profit o enti pubblici per fini culturali o ambientali. La scuola si è fatta sotto e l’ha ottenuto”. Senza sborsare un euro. Lo ha assicurato la dirigente scolastica: “Il proprietario del molo, che è il papà di un mio alunno, ci darà l’ormeggio gratis e in più si è fatto carico delle spese per il restauro della barca e l’equipaggiamento. Per sostenere le iniziative della scuola cerco sempre l’aiuto degli imprenditori locali”.
Il passaggio di testimone è avvenuto grazie al passaparola tra lei e il presidente del Tribunale dei minori di Catanzaro, Luciano Trovato, velista per passione. “Sapevo che la preside era in cerca di un’imbarcazione, così le ho suggerito di farsi avanti”. Adesso si è reso disponibile come istruttore di vela per i ragazzi. “Nel tempo libero – dice – per me sarà un piacere insegnare loro a tenere il comando della vela, a stare in equilibrio sulle onde. È un’arte che nessuno può imparare da solo. Per questo la vela è scuola”.
La scuola ha chiesto una mano anche agli skipper della scuola veliera di Caprarica, alla sezione navale della Guardia di finanza e alla capitaneria di porto. “Tutti ci hanno dato l’ok, siamo felicissimi” annuncia Salvia. In attesa che otto docenti, uomini e donne, inclusa lei prendano la patenta nautica per poi essere autonomi in mare con gli studenti. “Metterò la barca in rete, voglio che anche altre scuole calabresi e di altre parti d’Italia possano goderne”. Alla cerimonia di consegna erano le istituzioni erano presenti al completo, dalle Fiamme gialle, ai carabinieri, prefettura, magistrati, sindaco, presidente della Provincia e vicepresidente della Giunta regionale. “Crescere insieme alle autorità fa bene agli studenti. Qui la malavita è di casa purtroppo”.