Mafie

Brescia, Dia sequestra beni per due milioni di euro a imprenditori cinesi

Sigilli a sei immobili e a un noto ristorante della provincia, le accuse sono di false fatturazioni e intestazione e impiego fittizio di beni. Il procuratore Dall'Osso fa il bilancio dell'attività antimafia: "Su 64 aziende colpite da interdittive antimafia per Expo e Brebemi, 31 sono del nostro distretto"

Beni per due milioni di euro, tra cui vari immobili e una azienda, sono stati confiscati ad alcuni imprenditori cinesi dalla Dia di Brescia. La Dia ha sequestrato sei immobili, le quote di un noto ristorante cinese della provincia e 800 mila euro tra titoli e azioni. Le persone coinvolte devono rispondere di falsa fatturazione, intestazione fittizie di beni e impiego fittizio di beni.

Nell’occasione, presenti il procuratore Generale Pier Luigi Maria Dell’Osso, il capo del centro operativo della Dia di Milano, il colonnello Alfonso Di Vito, il capo sezione operativa della Dia di Brescia, tenente colonnello Giovanni Gervasi, saranno illustrati i risultati dei primi 4 mesi di attività della sezione operativa dell’Antimafia bresciana, istituita il 6 febbraio scorso anche in vista dell’Expo di Milano.

“Negli ultimi tre anni la Dia ha emesso 64 provvedimenti di interdittive antimafia nei confronti di aziende che lavoravano per la realizzazione di Expo e Brebemi”, ha detto il procuratore . Delle 64 aziende colpite, 31 hanno sede nel distretto della Procura di Brescia. Nel dettaglio, 15 a Brescia, 11 a Bergamo, 4 a Mantova e una a Cremona. “Si tratta – ha detto Dell’Osso – di aziende che avevano infiltrazioni ‘ndranghetiste”.

I cantieri della tangenziale est esterna di Milano “hanno avuto un’alta concentrazione di imprese controindicate”, ha detto il colonnello Di Vito. “La Teem è stata l’opera maggiormente esposta ad infiltrazioni mafiose”.