Sempre più italiani disertano le urne. Alle ultime Europee l’astensionismo ha sfiorato quota 42 per cento. In varie tornate elettorali amministrative degli ultimi anni – dalla Sicilia all’Emilia Romagna – ha addirittura superato la soglia della maggioranza assoluta. All’indomani delle elezioni in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, dove il “partito degli astenuti” ha consolidato la propria leadership e in attesa dell’esito delle prossime Regionali, nelle quali impresentabili e trasformisti difficilmente motiveranno al voto di opinione i riluttanti, siamo tornati in strada a dialogare con i cittadini sul senso di questo abbandono. “E’ una forma di protesta contro la malapolitica, una protesta che però non serve a nulla, anzi fa il gioco del sistema”, affermano alcuni. “Più che una protesta, è il segno di un distacco fra cittadini e politica difficile da recuperare”, spiegano altri. Ma c’è chi obietta: “Se l’offerta politica non soddisfa è giusto astenersi piuttosto che votare a oltranza per il meno peggio”. E qualcuno vede nel non-voto di massa una sorta di strategia del dissenso passivo. Se la maggioranza assoluta non vota il sistema politico perde definitivamente credibilità e dunque è costretto a cambiare – si sostiene – “perché un governo di minoranza nel paese non ha senso”. E voi come la pensate? Dite la vostra nei commenti e votate la risposta che vi convince di più di Piero Ricca, riprese e montaggio Matteo Fiacchino
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