“No a matrimoni e adozioni gay, utero in affitto e divorzio breve”. Interviene a tutto campo sull’attuale dibattito politico il cardinale Angelo Bagnasco nella prolusione dell’assemblea generale della Cei. Il giorno dopo il monito rivolto dal Papa ai vescovi italiani sulla corruzione, a focalizzare l’attenzione del porporato è il disegno di legge sulle unioni civili e le convivenze che, per Bagnasco, è una vera e propria “minaccia alla famiglia”. Un testo che, per il presidente della Cei, “ancora una volta conferma la configurazione delle unioni civili omosessuali in senso paramatrimoniale”. “Questa equiparazione riguarda anche la possibilità di adozione, che per ora si limita all’eventuale figlio del partner. È evidente che, come è successo in altri Paesi, l’adozione di bambini sarà estesa senza l’iniziale limitazione”.
Per Bagnasco “presto sarà legittimato il ricorso al cosiddetto ‘utero in affitto’, che sfrutta indegnamente le condizioni di bisogno della donna e riduce il bambino a mero oggetto di compravendita. Il desiderio della maternità o della paternità non può mai trasformarsi in diritto per nessuno”. Il presidente Cei è tornato nuovamente a condannare anche la teoria del gender facendo sue le parole del Papa: “Sbaglio della mente umana”. No anche al “divorzio breve”: “Sopprimere un tempo più disteso per la riflessione, specialmente in presenza di figli, è proprio un bene? Si favorisce la felicità delle persone o si incentiva la fretta?”.
Sulla scuola il porporato chiede “un’educazione di base che molti Paesi avanzati non hanno e ci invidiano, ma libera, lontana da schemi statalisti, antiliberali. Con il Papa diciamo no a una scuola dell’indottrinamento, della ‘colonizzazione ideologica’”. Bagnasco sottolinea, inoltre, che “sarebbe il tempo di attuare quanto previsto dalla legge 62/2000 a proposito del ‘sistema italiano della pubblica istruzione’, nel quale sia la scuola statale sia le scuole paritarie vengono riconosciute a pieno titolo pubblico servizio. In questa prospettiva, si giustifica il ‘bonus’ per i genitori da utilizzare nella scuola prescelta”. Inoltre, per il porporato “l’educazione alla parità di genere, oggi sempre più spesso invocata, mira in realtà a introdurre nelle scuole quella teoria in base alla quale la femminilità e la mascolinità non sarebbero determinate fondamentalmente dal sesso, ma dalla cultura”.
Nella sua prolusione Bagnasco ha voluto rivolgere nuovamente un appello in favore dell’occupazione e degli immigrati, chiedendo all’Europa di fare di più, così come ha ricordato le continue persecuzioni dei cristiani riprendendo le parole del Papa sul genocidio degli armeni che avevano suscitate le ire del governo turco: “La memoria di tale sterminio, che a fatica il mondo occidentale sta riconoscendo, deve essere omaggio alla verità e monito efficace per la cultura del rispetto e della non violenza, della giustizia e della pace”. Infine, Bagnasco ha espresso la sua preoccupazione per i ragazzi che sono facile preda dell’alcol, così come dell’aumentare del gioco d’azzardo.
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