“Punisce solo se il disastro ambientale è cagionato abusivamente, i 5 Stelle non votino la legge”. “Un falso problema, finalmente non ci saranno più impuniti”. Il ddl sugli ecoreati arriva al Senato per l’approvazione definitiva e continua il dibattito. Il primo a esprimere le sue perplessità sul Fatto Quotidiano è stato il co-portavoce dei Verdi Angelo Bonelli che ha chiesto al gruppo M5S di non appoggiare il provvedimento per alcune falle che lascerebbero impunite situazioni come quelle dell’Ilva o di Porto Tolle. Gli ha risposto Luigi Di Maio: “Il testo introduce per la prima volta reati contro l’ambiente. Il termine ‘abusivamente’? Formulazione necessaria, ma abbastanza ampia”. In difesa del ddl sono intervenuti, sempre sul Fatto Quotidiano, anche Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente; Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera e Stefano Palmisano, avvocato penalista esperto di ambiente e salute: “Il testo poteva essere scritto diversamente, ma in questo caso Bonelli sbaglia”.
BONELLI (VERDI): “M5S NON VOTI LA LEGGE”
“Caro Grillo, martedì 19 maggio il Senato approverà la legge sugli ecoreati e io, a differenza di quanto scritto sul tuo blog, non riesco proprio a gioire ed essere orgoglioso di questo provvedimento, anzi mi angoscia. Ho letto, sempre sul tuo blog, che questa legge se fosse stata approvata prima avrebbe impedito scempi come Porto Tolle o Ilva di Taranto.
E’ il contrario! La mia storia mi impone di dire ciò che penso anche diversamente da quanto stanno facendo altri ambientalisti con cui negli anni ho condiviso molte battaglie. La legge sugli ecoreati che sta per essere approvata contiene una norma, l’articolo 452 quater, che stabilisce che il reato di disastro ambientale è tale solo se “cagionato abusivamente”. Con questa norma, al contrario di quanto da te sostenuto, l’inchiesta “Ambiente Svenduto” sull’Ilva, e quindi il processo, non ci sarebbe mai stato.
Non si potranno più svolgere i processi contro quelle grandi industrie che impunemente hanno inquinato e attentato alla salute dei cittadini, ma lo hanno fatto in nome di un’autorizzazione dello Stato e quindi non abusivamente, facendo dipendere l’esistenza del delitto da un intervento solo amministrativo quale è il rilascio di un’autorizzazione. In questo modo si protegge l’industria inquinante e si fermano i magistrati troppo zelanti! Oltre al disastro ambientale abusivo questa legge ha un altro punto debole: per essere considerato disastro, il deterioramento ambientale di aria, acqua deve essere misurabile e devono essere compromesse porzioni significative di suolo e sottosuolo. Senza dire, però cosa significa e come si misura. E quali sono le “porzioni significative” del suolo e del sottosuolo?
Per chi attenta all’ambiente e alla salute dei cittadini, poi, è previsto il ravvedimento operoso con lo sconto della pena del 67 per cento. Ma, domando: perché il disastro ambientale per essere punito dalla legge deve essere abusivo? Esistono, forse, disastri ambientali non abusivi? Autorevoli magistrati, come Gianfranco Amendola e Maurizio Santoloci, da mesi stanno chiedendo, inascoltati, di modificare quelle norme. La legge sugli ecoreati è stata approvata alla camera il 5 maggio scorso (con l’indecente eliminazione del divieto dell’airgun) grazie al voto favorevole del 95% dei deputati. Questa legge è stata votata anche da quei deputati che nel corso di questi anni hanno prodotto dure aggressioni alle normative ambientali del nostro Paese. Quel voto è, dal punto di vista politico, la prova provata che la norma sul disastro ambientale abusivo è quella che ha tranquillizzato tutti. O forse pensiamo che questa maggioranza all’improvviso si sia scoperta ecologista?
Implicitamente il disastro ambientale abusivo è un salvacondotto penale: lo stesso, con diversa scrittura, che è stato concesso a chi gestisce l’Ilva di Taranto, città dove i bambini si ammalano di tumore per un +54% rispetto alla media nazionale. Caro Grillo, spero che in queste ore tu possa riflettere e cercare di far cambiare dal gruppo del M5S una legge che, se approvata, impedirebbe inchieste giudiziarie nei luoghi distrutti da quelle industrie che hanno inquinato, provocato, impunemente, malattie e morte mentre realizzavano il massimo profitto economico”.
Angelo Bonelli, co-portavoce dei Verdi
DI MAIO (M5S): “CON QUESTA LEGGE BASTA IMPUNITI”
“Mai più sentenze come per la Eternit. Mai più Bussi. Lo abbiamo ripetuto per mesi, non da soli ma sostenuti dalle principali associazioni ambientaliste. E adesso, finalmente, siamo a un passo dal realizzarlo. Noi che viviamo vicino alle discariche, agli inceneritori, alle industrie che hanno avvelenato i nostri territori, noi che non possiamo usare l’acqua dei rubinetti, che i nostri terreni sono irrimediabilmente compromessi…Tutti noi sappiamo che non si può più aspettare: questa legge è necessaria. Ed è necessario approvarla ora.
Il disegno di legge sugli ecoreati, in quarta e speriamo definitiva lettura al Senato, ha innanzitutto il grande pregio di introdurre per la prima volta nel codice penale i reati commessi contro l’ambiente. Trasforma molti degli attuali reati contravvenzionali (con pene da pochi mesi ad un massimo di tre anni) in delitti con pene che possono arrivare, con le aggravanti, fino a venti anni. Allunga fino a raddoppiarli i tempi di prescrizione. Consente l’utilizzazione di strumenti fondamentali per le indagini come le intercettazioni. Introduce nuovi importanti reati come l’omessa bonifica e l’impedimento al controllo ambientale, l’inquinamento e il disastro ambientale. Su questo testo ci sono interpretazioni favorevoli e contrarie, al netto della malafede di chi sta con gli inquinatori e di chi ha interessi elettorali nel sabotare una legge che il Paese aspetta da 20 anni.
Tra i suoi padri promotori c’è anche il Movimento 5 stelle, con la prima firma di Salvatore Micillo, e in due anni di battaglie nelle commissioni Ambiente e Giustizia di Camera e Senato il Movimento ha ottenuto tantissimi risultati, rendendo il testo migliore, non perfetto, forse, ma importantissimo. Le polemiche sollevate ci hanno consentito di confrontarci ancora di più con i magistrati, non da ultimi coloro che sono in prima linea nella Dda, e abbiamo rafforzato la nostra convinzione sul testo. L’avverbio “abusivamente”, il passaggio più citato da chi critica la legge, è un falso problema. Occorreva inserire una formulazione rispettosa del principio di tassatività della norma (nessuno può essere punito se non viola una legge) e si è ottenuto che fosse utilizzata quella più ampia: l’abuso si verifica anche quando la condotta viola i principi generali a tutela del bene protetto. È una formula ben più ampia rispetto a “in specifiche violazioni normative”, contenuta in disegni di legge presentati in passato.
Nelle audizioni abbiamo ascoltato tutti i pareri, le sentenze in giurisprudenza (come quella della Cassazione del 2008) ci hanno rafforzato nell’intento di perseguire la via migliore possibile, ci siamo confrontati con i magistrati, le “toghe verdi” che negli ultimi venti anni hanno colmato, con sentenze coraggiose e interpretative, il vuoto normativo in tema di delitti ambientali causato proprio da coloro che non sono stati in grado, per decenni, di approvare una legge sugli ecoreati e che oggi ad un passo dall’approvazione ne criticano l’impianto.
Il ravvedimento operoso prevede uno sconto di pena per i reati colposi: il M5s non lo voleva così alto, ma sarebbe stato ancora più favorevole agli inquinatori se i nostri parlamentari non si fossero battuti per ridurne la percentuale. Grazie al M5s è stato inserito anche l’aggravante ambientale e il dolo eventuale (quando il reo ha considerato probabili gli effetti, ma ha poi deciso di agire ignorandoli). E la prescrizione, spina nel fianco di molti procedimenti, è stata allungata di molto (portata fino a 20 anni). Mai più Eternit, mai più Bussi: lo abbiamo promesso e con questo testo, che diventerà legge grazie all’apporto decisivo del M5S, rispetteremo la parola data”.
Luigi Di Maio, Vicepresidente della Camera, membro del direttorio M5S
LIBERA E LEGAMBIENTE: “SULLA NUOVA LEGGE I VERDI SBAGLIANO”
“Se fosse vero quello che ha scritto Angelo Bonelli sul Fatto Quotidiano, sarebbe davvero un bel pasticcio. Altro che delitti ambientali nel Codice penale: quella che si sta consumando sarebbe una sorta di “truffa” legislativa, a favore di chi inquina. Peccato che non sia così. Innanzitutto è impossibile peggiorare il quadro attuale della tutela penale dell’ambiente, quasi inesistente. E poi con la nuova legge, che ci auguriamo venga oggi approvata definitivamente dal Senato, non viene cancellata nessuna delle sanzioni esistenti, dai reati contravvenzionali al delitto di “disastro innominato”, previsto dall’art. 434 del codice penale, e quindi sono fatti salvi i procedimenti pendenti. Scatteranno, invece, ben cinque nuovi delitti che oggi non esistono nel codice penale (inquinamento, disastro ambientale, traffico di materiale radioattivo, omessa bonifica, impedimento del controllo) con sanzioni gravissime. Chi inquina rischierà di più. Lo sa bene Confindustria, che ha paventato una sorta di “stato di polizia” nei confronti degli imprenditori italiani.
Nell’argomentare l’appello a Beppe Grillo contro una legge promossa dallo stesso M5S, il leader dei Verdi insiste molto sull’avverbio “abusivamente” usato per definire il disastro ambientale e sui pareri espressi in merito da due magistrati di sicuro e riconosciuto valore, come Gianfranco Amendola e Maurizio Santoloci. La norma poteva essere scritta diversamente? Secondo il testo approvato alla Camera, in effetti, il disastro ambientale scattava solo se i fatti avvenivano “in violazione di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, specificamente poste a tutela dell’ambiente”. Con questa definizione sarebbe stata esclusa la violazione di altre norme, come quelle che riguardano l’amianto o che tutelano il paesaggio.
Su suggerimento di altri autorevoli magistrati ed esperti di diritto ambientale, è stata proposta una definizione più semplice e più ampia, “abusivamente” appunto. Ampliamento fortemente contestato da Confindustria per l’eccessiva discrezionalità che verrebbe concessa all’azione della magistratura. Il principio per cui la contestazione di un delitto ambientale deve essere preceduta dalla violazione di norme in vigore era previsto anche nel primo disegno di legge sugli ecoreati, approvato dal governo il 31 marzo del 1999. Il testo era stato preparato dalla Commissione Ecomafia, istituita dall’allora ministro dell’Ambiente Edo Ronchi, di cui facevano parte autorevoli giuristi e magistrati , tra cui Santoloci e Amendola. Si prevedeva il delitto di inquinamento ambientale (452 bis) e, solo come aggravante, quello di disastro ambientale, con sanzioni più blande di quelle attuali. Per contestare i delitti in questione si dovevano compiere atti “in violazione di specifiche disposizioni normative”. Non molto diverso da “abusivamente”, anzi. Anche allora si stabiliva che dovesse esserci un “rilevante deterioramento” dell’ambiente, da misurare. Ed era pure previsto il ravvedimento operoso, con sconti fino a due terzi della pena.
Vorremmo davvero capire come si possa contestare oggi una legge simile a quella approvata 16 anni fa dalla Commissione Ecomafia e dal governo, su proposta dei Verdi, e purtroppo inabissata in Parlamento. Una legge, quella in votazione oggi, che prevede per gli stessi delitti sanzioni più gravi. Verrebbe da dire, con amicizia, caro Bonelli ripensaci”.
Stefano Ciafani, vicepresidente nazionale di Legambiente; Enrico Fontana, coordinatore nazionale di Libera e Stefano Palmisano, avvocato penalista esperto di ambiente e salute
da il Fatto Quotidiano di domenica 16, lunedì 17 e martedì 18 maggio