Mi sono chiesto se fosse solo un problema del nostro professore, un problema generazionale o una diretta conseguenza del periodo storico che stiamo vivendo. Ho pensato che le attività di liberazione dalle tante “catene” che impediscono la piena partecipazione del diritto alla propria identità per una donna italiana sono ad esempio passate anche dal potere usare il proprio cognome (per una moglie italiana impossibile sino al 1975) o diventare magistrato (nulla sino al 1963) o essere condannate per adulterio (non più reato nel 1968) o finalmente vedere riconosciuto che la violenza sessuale è un reato contro una persona e non contro la morale (solo nel 1996).
Concludeva il professore dicendo che in questo modo si rischia di non comprendere il valore della dignità umana.
Tornando in treno ho pensato a questa conversazione leggendo dell’ennesimo atto di barbarie per cui “Non si è mai vista una negra che prende 10 a Diritto” insieme ad altri sei messaggi razzisti anonimi ricevuti nell’ultimo mese da una studentessa di 14 anni, nata in Italia da genitori senegalesi, che frequenta la prima classe di una scuola superiore di Pisa. Leggendo che i compagni razzisti avrebbero scritto che “non esiste che una negra possa diventare avvocato, firmando ogni lettera con ‘Avvocato’ seguito dal mio nome. Se la sono presa anche con la professoressa, accusandola di favorirmi a causa del colore della mia pelle, ma lei ha sempre risposto che premia solo il merito”.
Ho pensato al professore che cerca di insegnare la libertà, alla donna “negra” quindi due volte punita perché donna e perché con la pelle di un altro colore. Ho pensato che la realtà in cui viviamo ha ancora dei grossi limiti che occorre superare. Con l’educazione dei nostri sentimenti. Un’educazione che riporti l’essere umano alla sua dimensione umana demitizzata da eroismi e illusioni. Una lezione semplice che possa riportare al centro dell’interesse la dignità umana. Senza troppa accademia lo cantava Bob Marley in War: “Finché la filosofia che considera una razza superiore e un’altra inferiore non sarà finalmente screditata e riprovata…Finché in nessuna nazione vi saranno più cittadini di prima e di seconda classe… Finché il colore della pelle di un uomo non avrà più valore del colore dei suoi occhi… Finché i diritti umani fondamentali non saranno ugualmente garantiti a tutti, senza distinzione di razza…Fino a quel giorno, il sogno di una pace duratura, la cittadinanza del mondo e le regole della morale Internazionale resteranno solo una fuggevole Illusione, perseguita e mai conseguita…Fino a quel giorno ci sarà la guerra.”