Il team sino-americano ha dimostrato che, introducendo l’antigene tumorale “HER2” all’interno dei microcanali delle particelle di silicio, è possibile potenziare la risposta del sistema immunitario. “Con questa nuova strategia - afferma Haifa Shen, che coordina il team di ricerca - dopo una sola dose di vaccino anticancro, siamo riusciti a inibire completamente la crescita tumorale nei topolini di laboratorio
L’efficacia di un vaccino contro il cancro può essere sensibilmente aumentata grazie all’uso di microparticelle di silicio. Lo dimostra uno studio, pubblicato su Cell Reports, frutto della collaborazione tra un team di ricercatori Usa dello Houston Methodist research institute e del Weill Cornell medical college di New York, e scienziati cinesi della Huazhong University of science and technology.
Il team sino-americano ha dimostrato che, introducendo l’antigene tumorale “HER2” all’interno dei microcanali delle particelle di silicio, è possibile potenziare la risposta del sistema immunitario. Le difese dell’organismo sono, infatti, stimolate a riconoscere, e distruggere selettivamente, le cellule cancerose che producono lo stesso tipo di antigene. “Abbiamo dimostrato per la prima volta, non solo che le microparticelle possono essere utilizzate come vettori antitumorali – afferma Haifa Shen, che coordina il team di ricerca -, ma che sono anche in grado di stimolare la produzione di interferone. Inoltre – aggiunge lo scienziato – queste microparticelle possono trasferirsi da una cellula all’altra, garantendo così una risposta immunitaria duratura da parte dell’organismo aggredito dal tumore”.
L’utilizzo dei vaccini nel contrasto al cancro sta diventando sempre più diffuso negli ultimi anni, ad esempio contro melanoma, cancro alla prostata e ai polmoni. Secondo la Food and drug administration (Fda), l’ente americano per la regolamentazione dei farmaci, sono attualmente una dozzina, solo negli Usa, i trial clinici in corso di valutazione basati su vaccini anticancro. Lo studio appena descritto su Cell Reports, in particolare, è incentrato su un recettore ormonale, HER2, sintetizzato in quantità superiore al normale nel 15-30% dei casi di carcinoma alla mammella. Non è la prima volta che questo antigene antitumorale viene utilizzato come cavallo di troia contro il cancro, ma finora i tentativi di amplificare la risposta immunitaria si sono rivelati poco efficaci.
“Con questa nuova strategia – afferma Shen – dopo una sola dose di vaccino anticancro, siamo riusciti a inibire completamente la crescita tumorale nei topolini di laboratorio. Si tratta – sottolinea lo studioso – del più sorprendente risultato che abbiamo mai visto in uno studio su un trattamento anticancro”. Il prossimo passo dei ricercatori Usa sarà utilizzare le microparticelle con diversi tipi di antigeni. “Questa tecnologia – conclude Shen – potrà essere adoperata da altri scienziati per sviluppare vaccini per il trattamento contemporaneo di varie forme di cancro”.