Società

Farmaci ‘specifici’ o generici: perché non c’è chiarezza? Il caso della medicina oculistica

Ho scritto più di una volta dalle pagine di questo spazio il mio dubbio sull’equivalenza assoluta terapeutica fra farmaco e generico.

Molto si è parlato inutilmente in queste settimane di prevenzione e diagnosi precoce per i tumori della mammella fra la Lorenzin, Grillo e Renzi con un intercalare più da campagna elettorale che interesse vero per il cittadino paziente.

Prevenire vuol dire non far venire una malattia mentre diagnosi precoce vuol dire scoprire una malattia prima che sia tardi ma la malattia è comunque già insorta ed ha provocato i suoi segni e sintomi. Naturalmente è meglio una diagnosi precoce ad una tardiva ma la medicina dovrebbe lavorare per prevenire. Vincerebbe. In questa ottica l’utilizzo di farmaci che prevengono il complicarsi delle patologie dovrebbero essere presi in considerazione.

In oculistica esiste una patologia che è la seconda causa al mondo di cecità, dopo il diabete, il glaucoma. Basterebbe uno screening di massa per prevenire una patologia che ha in Italia una incidenza di circa il 10% con grave ricaduta sociale ed economica, basterebbe, come dico da anni, rendere la misurazione della pressione oculare obbligatoria durante il rinnovo della licenza di guida che si fa sempre più frequentemente con il passare degli anni proprio come l’incidenza del glaucoma.

Naturalmente la diagnosi sarà seguita da una terapia, che oggi ha ridotto notevolmente la necessità di giungere all’intervento chirurgico. Ma questa terapia sarà sicura anche con colliri generici o avremo comunque un progredire del fenomeno con grave compromissione del campo visivo?

A gennaio 2015 è stata pubblicata in Europa la quarta edizione delle Linee Guida per il glaucoma alle pagine 153-158 la Società Europea del Glaucoma scrive:
– La bioequivalenza tra trattamenti generici e a marchio non può essere stabilita nelle gocce oculari per uso topico. E’ ritenuta accettabile una differenza del 10% di concentrazione del principio attivo tra farmaci generici e a marchio e inoltre, per l’approvazione, non sono necessari studi clinici.
– Gli eccipienti possono variare notevolmente tra i farmaci a marchio e quelli generici, il che può alterare viscosità, osmolarità e pH delle gocce oculari con un evidente impatto su tollerabilità e penetrazione oculare.
– Gli studi hanno anche mostrato differenze nelle dimensioni e nella quantità delle gocce, nella struttura e nei tappi dei flaconcini.
– Poiché le gocce oculari generiche possono essere diverse da quelle a marchio, può essere necessario monitorare maggiormente i pazienti se si cambia prodotto.

Aspetto da anni che gli organi competenti, a cominciare dalla signora Lorenzin, dal Consiglio Superiore della Sanità da lei eletto e da Luca Pani, da lei nominato che tanto si impegna per la promozione dei farmaci generici, diano una risposta a queste affermazioni.

E se annullassimo questa dualità non certo utile al cittadino-paziente producendo solo farmaci “specifici”?