La cooperativa friulana ha incassato la marcia indietro di Confcooperative, che avrebbe dovuto presentare un'offerta per acquisire una parte dei negozi. Intanto il commissario giudiziale ha scoperto che parte del prestito sociale fa capo a minori
Dopo il coinvolgimento nell’inchiesta dei periti che avevano valutato gli immobili della cooperativa, per la friulana CoopCa la situazione si complica ulteriormente. Confcooperative, che era in predicato di presentare un’offerta per l’acquisizione di una parte dei negozi della coop ammessa al concordato preventivo il 21 aprile, si è infatti tirata indietro. Una tegola sul piano concordatario presentato dal consiglio di amministrazione, che entro il 2018 dovrebbe portare alla vendita di tutte le attività aziendali per un introito di almeno 32 milioni di euro. Proposta a cui i 10.400 soci sono chiamati a dare il via libera durante l’assemblea convocata per il 20 giugno.
Nel frattempo poi, stando a quanto scrive il Messaggero Veneto, Fabiola Beltramini, commissario giudiziale nominato dal tribunale, sta continuando a scoprire guasti e “sorprese” nei conti della cooperativa di cui la Procura di Udine aveva chiesto il fallimento in quanto la situazione finanziaria era da anni deteriorata. Beltramini, esaminando la documentazione sul prestito sociale, ha infatti trovato molti libretti “intestati o cointestati a soggetti minori”. Bambini e ragazzi per i quali probabilmente i genitori hanno versato una quota dando per scontato che quello strumento fosse una forma di risparmio sicuro, come i libretti postali.
Al contrario, il prestito sociale non è in alcun modo garantito né soggetto alla vigilanza della Banca d’Italia. Di conseguenza i 3mila prestatori di CoopCa si vedranno restituire al massimo, nel migliore dei casi, il 75% dei 26,5 milioni di risparmi versati a titolo di prestito alla cooperativa. Per altro, se lo statuto della società friulana non prevedeva nulla in proposito, molte altre coop – come Coop Nordest – vietano che il socio prestatore possa essere minorenne. E qualcuno ipotizza che intestare libretti a minori di 18 anni fosse anche un modo per aggirare il tetto massimo di 36mila euro previsto per ogni prestatore.
In attesa di eventuali nuovi rilievi dei pm udinesi, che indagano per falso in bilancio, false comunicazioni sociali e abusiva attività di raccolta del risparmio, il commissario giudiziale ha chiesto ufficialmente ai genitori, in vista dell’assemblea di giugno, di farsi autorizzare dal giudice tutelare a votare l’approvazione del concordato per conto dei figli. Autorizzazione indispensabile visto che si tratta di un atto di straordinaria amministrazione.