“Un successo investigativo“, ma i movimenti di Abdelmajid Touil “andranno chiariti” poiché “l’operazione richiede attenta valutazione per dire qualcosa di conclusivo”. E’ la sintesi dell’informativa letta dal ministro dell’Interno Angelino Alfano alla Camera in merito al rischio di terrorismo legato all’arresto del 22enne marocchino sospettato di essere coinvolto nella strage al museo Bardo di Tunisi. Ma i toni si sono fatti sempre meno trionfalistici man mano che la posizione di Touil si è alleggerita nel corso della giornata.

Dopo che la procura di Milano ha fatto sapere che il giovane era in Italia nei giorni della strage, il capo del Viminale ha modificato il proprio registro: “Abbiamo eseguito un mandato di arresto internazionale sulla base di indagini svolte da un altro paese con cui abbiamo collaborato”, ha spiegato nel pomeriggio Alfano nella sede del Nuovo Centrodestra rispondendo ai giornalisti che gli domandavano se era ancora il caso di parlare di “successo investigativo”: “Dovete domandarlo alla Tunisia“, la risposta. “Abbiamo realizzato – ha sottolineato il ministro – una cattura che non era semplice grazie al buon funzionamento del sistema delle impronte digitali e del sistema del rintraccio di una persona che aveva fornito un’identità falsa: tutto ciò – ha concluso il titolare del Viminale – che è alla base del mandato di arresto internazionale non è di competenza italiana“.

In mattinata il ministro aveva riferito alla Camera: “Terrò fuori gli argomenti da campagna elettorale dalla mia informativa: parliamo dell’arresto di un sospettato di terrorismo, di un successo investigativo, frutto anche della buona cooperazione tra diversi Paesi nella lotta al terrorismo”, aveva esordito il capo del Viminale, che aveva quindi risposto indirettamente alle critiche mosse da diverse forze politiche, in primis la Lega Nord, che lo aveva accusato di aver sottovalutato il pericolo: “Mai escluso che l’Italia sia a rischio terrorismo: sempre detto che l’allerta è elevatissima, anche sull’uso dei barconi per l’infiltrazione di terroristi, pur se finora mancano riscontri“.

“A settembre – ha ricordato Alfano – proprio qui alla Camera avevo detto che sarebbe stato controintuitivo ritenere che il nostro Paese non fosse esposto al rischio terroristico. Avevo spiegato che è elevatissima l’attenzione delle forze di polizia per intercettare anche i più deboli segnali, anche sull’uso strumentale delle carrette del mare per infiltrasi. Su questo tema – ha osservato – procuratori della Repubblica hanno espresso opinioni in sintonia con le valutazioni del Viminale e dell’intelligence e cioè che non è emersa alcuna evidenza, ma nessuno può escludere il rischio, per cui l’allerta è altissima”. Un’attenzione al problema, che secondo il capo del Viminale, emerge anche dai dati: nel 2015 sono stati espulsi dall’Italia 33 soggetti coinvolti nella minaccia del terrorismo, quando in tutto il 2014 erano stati 13.

Tornando a Touil, Alfano ha spiegato che il 22enne è giunto a Porto Empedocle dopo essere stato soccorso su un barcone lo scorso 17 febbraio: dopo fotosegnalamento e impronte, il questore di Agrigento ne ha disposto l’espulsione, ma “in quel momento nulla a suo carico era stato segnalato dalle autorità tunisine; ne consegue che non era considerato un soggetto pericoloso per la sicurezza nazionale”. Ora “andranno chiariti” i suoi movimenti dopo il 17 febbraio: “Tra quella data ed il 19 maggio non sono emerse evidenze della sua presenza sul territorio nazionale”.

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