Diritti

Giornata internazionale di azione europea: l’operazione Eunavfor Med attira più delle quote

Oggi, venerdì 22 maggio, è la Giornata internazionale di azione per la libertà di movimento, lavoro e residenza in Europa. Per l’occasione numerose piazze europee si animeranno di iniziative ed eventi, come la manifestazione promossa dalla Coalizione internazionale sans-papiers e migranti (Cispm) insieme all’Unione sindacale di base (Usb) e alla Carovana europea dei migranti, che si terrà in piazza dell’Esquilino a Roma dalle ore 15.

“Siamo parte degli oltre 33 milioni di migranti, di cui 12 milioni già appartenenti all’Unione Europea – spiega il comunicato stampa dell’iniziativa – che vivono in uno dei 28 paesi membri e rappresentano il 4% dei 509 milioni di abitanti. […] Siamo quei richiedenti asilo e rifugiati diventati ‘pacchi di spedizione’ tra i vari Stati dell’Ue a causa del Regolamento Dublino III: un vero sistema di apartheid che esprime tutta l’ipocrisia dell’Europa e dei suoi Stati membri, Italia compresa!”

Nel frattempo le numerose associazioni che compongono il Tavolo Nazionale Asilo si sono apertamente schierate contro il decreto legislativo di recepimento delle normative europee sull’accoglienza e le procedure per il riconoscimento della protezione internazionale, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri durante la giornata del 19 maggio.

“Il decreto istituisce i cosiddetti Hub – spiega il documento diffuso dal Tavolo Asilo – centri di accoglienza regionali/interregionali dove dovrebbero essere realizzate le operazioni di identificazione e formalizzazione della domanda di protezione. C’è il timore che questi centri possano replicare l’inefficace e segregante esperienza dei Cara (Centri accoglienza per richiedenti asilo, ndr).”

Composto da Acli, Arci, Asgi, Caritas italiana, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Centro Astalli, Comunità di S. Egidio, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Casa dei diritti sociali e Save the children, il Tavolo Nazionale Asilo reputa inoltre “allarmante il tema della detenzione dei richiedenti asilo nei Cie (centri identificazione ed espulsione, ndr), che la proposta di decreto prevede di estendere sino a 12 mesi per quanti presentino un ricorso contro il diniego alla loro domanda di protezione. Il Tavolo Asilo chiede di limitare fortemente sia i tempi sia le fattispecie per il trattenimento nei Cie, disponendo una chiara esclusione delle situazioni vulnerabili e prevedendo che in caso di ricorso con accoglimento dell’istanza sospensiva all’espulsione il richiedente sia ricevuto nelle strutture ordinarie di accoglienza.”

Dopo circa un mese dal tragico naufragio che ha contato oltre 700 nuovi morti nel Mediterraneo, l’Unione Europea non sembra dunque riuscire ad affrontare con lungimiranza e responsabilità la questione dei flussi migratori.

La triplicazione dei fondi destinati alla missione Triton, passata da 3 a circa 9 milioni di euro al mese, pare principalmente finalizzata a sorvegliare i confini Europei piuttosto che a garantire soccorso in mare, come dimostra il ruolo e la mansione assegnata all’agenzia Frontex, coordinatrice dell’operazione.

A ciò si aggiungono gli 11,82 milioni di euro stimati per l’avvio della missione militare Eunavfor Med: un’operazione proposta dai ministri degli Esteri e della Difesa dell’Ue e che verrà valutata durante il prossimo Consiglio Europeo previsto per il 25-26 giugno.

Un piano d’azione che dovrebbe essere guidato dall’ammiraglio italiano Enrico Credendino e che si porrebbe l’obiettivo di bloccare, ispezionare e distruggere i barconi utilizzati dai trafficanti per il trasporto dei migranti, operando in acque internazionali e sotto il consenso delle autorità libiche.

Al momento Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna e Grecia hanno già messo a disposizione le proprie navi militari per prendere parte alla missione, e la grande maggioranza degli altri paesi dell’Ue si è detto favorevole all’operazione. Meno disponibilità è stata invece dimostrata quando si è parlato di quote percentuali per ridistribuire i richiedenti asilo fra i vari stati europei, a emblematica dimostrazione di quando poco unita sia questa Unione e di quanto opportunismo e indifferenza si celi dietro l’ipocrisia di tante belle parole.