La lista dei donatori della fondazione è per il 90 per cento pubblica, aveva dichiarato in tv il presidente Massimo D'Alema. Ilfattoquotidiano.it è andato a verificare. Scoprendo come nella documentazione depositata non ci sia praticamente traccia di questi sovvenzionatori
Pochi bilanci e neanche il nome di un donatore. Questo il risultato delle verifiche che ilFattoquotidiano.it ha realizzato presso la prefettura di Roma su Italianieuropei, la fondazione presieduta da Massimo D’Alema e che nelle proprie file conta nomi illustri come quelli di Lucia Annunziata, Gianni Cuperlo, Anna Finocchiaro, Ignazio Marino, Luciano Violante, Franco Bassanini, Marc Lazar. E poi, Giulio Napolitano, Pier Carlo Padoan e Vincenzo Visco, tra gli altri.
“La lista dei finanziatori della fondazione Italianieuropei è per il 90% pubblica, l’altro 10% no per ragioni di privacy ”. Ospite ad “Otto e Mezzo”, a metà aprile scorso, l’ex presidente del consiglio D’Alema aveva spazzato via le polemiche in merito alla trasparenza nel flusso di finanziamenti indirizzato alla fondazione che presiede. Il dibattito era rovente dopo che era emerso che la Cpl Concordia, cooperativa coinvolta in una inchiesta della Procura di Napoli, aveva comprato vini e libri, ma anche finanziato con 60 mila euro Italianieuropei. Questione che aveva sollevato il tema della trasparenza delle fondazioni.
In Italia non c’è alcun obbligo di comunicare i finanziatori e, infatti, salvo qualche rara eccezione, sono ignoti i donatori che tengono in piedi i pensatoi legati a politici di ogni schieramento. A questo si aggiunge, in assenza di leggi che impongano la trasparenza, il fatto che in alcuni casi i finanziatori facciano valere la loro privacy e chiedano di non rivelare il nome. Certo, si potrebbero rifiutare tali finanziamenti, ma in Italia il tema neanche si pone.
Con quella intervista Massimo D’Alema aveva anche comunque risposto a chi, come Fabrizio Barca, gli chiedeva di pubblicare i nomi di tutti i finanziatori. Ilfattoquotidiano.it ha deciso di controllare cosa in realtà è veramente accessibile e disponibile per tutti. Risultato? Molto meno di quanto in tv Massimo D’Alema ha fatto supporre. Presso la prefettura di Roma la fondazione Italianieuropei ha depositato i bilanci fino al 2011 e dei finanziatori neanche l’ombra, neanche uno, zero assoluto. Stesso dicasi per la Solaris, srl collegata alla fondazione: anche in questo caso i bilanci sono fermi al 2011. Per quanto riguarda i donatori, gli unici finanziatori che abbiamo trovato, nel faldone relativo alla fondazione, sono quelli che hanno, nel 1999, contribuito a fondare Italianieuropei. Una lista di donatori, inserita nell’atto costitutivo, che hanno, con i loro soldi, fissato il patrimonio iniziale della fondazione ad un miliardo di vecchie lire. Tra questi contributi spiccano quelli della Lega delle cooperative (comprensorio Imola), dell’associazione nazionale delle cooperative, di Pirelli, di Ericsson, della Lega nazionale delle cooperative e mutue e di personalità come Giovanni Cuperlo, Alfio Marchini, Giuliano Amato, questi ultimi due anche tra i promotori della fondazione. Presso la prefettura abbiamo anche trovato il report sulle attività di Italianieuropei, l’ultimo depositato è quello relativo al 2012 diviso in 5 sezioni: convegni, iniziative internazionali, formazione, rivista, altre pubblicazioni.
Insomma dei finanziatori neanche l’ombra, mentre per quanto riguarda i bilanci depositati siamo fermi al 2011. Di recente, incalzata dalla trasmissione “La Gabbia” sull’assenza di una legge che imponga trasparenza alle fondazioni, la ministra Maria Elena Boschi aveva chiarito: “Nella legge che disciplina il finanziamento pubblico ai partiti c’è una parte che riguarda la trasparenza delle fondazioni”. In realtà non è così. Leggendo la norma si scopre che nella disposizione di legge rientrano solo le fondazioni legate ai partiti. Per tutte le altre, che sono la maggioranza, la trasparenza resta un miraggio.
twitter: @nellotro