Ora per il Pd sarà più difficile fare finta di nulla. Perché il salvatore dell’Unità Guido Veneziani è indagato dalla procura di Asti per bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice relativamente alle vicende della stamperia piemontese Roto Alba, ormai quasi certamente destinata al fallimento. Gli uomini della Guardia di finanza di Cuneo si sono presentati giovedì 21 maggio nello stabilimento per eseguire il sequestro di alcuni computer e dei libri contabili dell’azienda, mentre al patron del gruppo editoriale è stato notificato un avviso di garanzia.
Con ogni probabilità sarà lo stesso Veneziani a presentare per Roto Alba l’istanza di fallimento durante la prossima udienza al tribunale fallimentare di Asti, dopo che due settimane fa il giudice ha respinto la richiesta di prosecuzione della procedura di concordato preventivo. Il concordato era stato chiesto a novembre, ma da allora la situazione della Roto Alba non si è risollevata, come hanno dimostrato l’episodio del distacco dell’elettricità e gli stipendi non pagati ai 130 lavoratori, che dopo un lungo sciopero sono stati messi in cassa integrazione pochi giorni fa. Ieri ad attendere i finanzieri, i cui controlli in azienda sono durati mesi, c’erano loro, in presidio davanti alla stamperia. Latitante invece la dirigenza.
Ora toccherà alla Procura verificare quali siano le responsabilità di Veneziani nel crollo economico e finanziario di Roto Alba, e se queste responsabilità abbiano rilevanza penale. L’editore ha acquisito l’azienda nel 2012, quando il suo gruppo aveva un debito con Roto Alba per circa 5 milioni di euro. Sulla successiva compensazione tra debiti e crediti tra le società controllate dalla Guido Veneziani Editore i pm faranno le loro valutazioni. Va in ogni caso detto che nel 2011 e nel 2012 il bilancio ha registrato un utile, seppur risicato, mentre già nel 2013 è finito in perdita per oltre 1,8 milioni di euro. Fino al buco da 12 milioni che ha portato Veneziani ad avviare le procedure per il concordato preventivo. Per settimane si è vociferato di un interessamento a Roto Alba di Vittorio Farina, altro imprenditore attivo nel settore tipografico. Nulla però che al momento abbia consentito di salvare la storica stamperia. E ora le indagini che coinvolgono Veneziani, con gli imbarazzi che ne deriveranno per il Pd. Dietro al tentativo di rilancio del quotidiano fondato da Gramsci Veneziani e i democratici sono soci, visto che il 5% della nuova società Unità srl è in mano proprio al Pd, attraverso la Eyu srl. Finora Matteo Renzi e i vertici del partito hanno fatto finta di non vedere i problemi dell’editore nelle altre avventure imprenditoriali. In Italia, come in Francia, dove il suo gruppo ha perso una causa con dei lavoratori dopo il rilancio fallito di una tipografia a Nieppe, nonostante i fondi pubblici già incassati.
Finora a Renzi è arrivata solo la protesta di alcuni esponenti del Pd di Alba. Probabile che adesso la presenza di un socio indagato nel salvataggio dell’Unità non passi inosservata. Questioni che Veneziani, contattato da ilfattoquotidiano.it, dice di non vedere: “Non capisco quale imbarazzo possa esserci. Non sono preoccupato di nulla. Sono presidente del cda di Roto Alba dal 2012 e non ho mai percepito alcun emolumento. Non ho mai distratto un euro, piuttosto ho messo dentro denaro per cercare di far sopravvivere l’azienda. Le imprese possono funzionare e non funzionare. Non mi sembra che questa sia l’unica azienda in Italia ad essere andata male”.
(ha collaborato Andrea Giambartolomei)