Per 16 voti l’eurodeputato M5S Fabio Massimo Castaldo non è stato eletto vicepresidente del Parlamento europeo. Ed è la seconda volta.
Questa volta c’è andato vicino. Dopo la partenza di Olli Rehn per la Finlandia, il Parlamento europeo ha dovuto eleggere uno dei suoi vicepresidenti. A contendersi il posto l’italiano M5S Fabio Massimo Castaldo e la finlandese Anneli Jäätteenmäki. Quest’ultima ha vinto per solo 16 voti, 301 a 285.
Si conferma in questo modo l’estromissione sistematica degli eurodeputati a cinque stelle dalle cariche che contano all’Europarlamento nonostante secondo il metodo D’Hondt – usato per attribuire su base proporzionale presidenze e vice presidenze di commissioni e delegazioni parlamentari ai vari gruppi politici – questa vice presidenza spettava al gruppo del M5S e dell’Ukip, l’European Freedom and Direct Democracy (Efdd).
Questa estromissione non è frutto di una battaglia diretta al M5S in particolare quanto piuttosto della palese volontà di mettere all’angolo le fazioni politiche euroscettiche, come appunto il gruppo Efdd. Giusto? Forse no. Comprensibile? Forse sì. Sta di fatto che il M5S in Europa paga ancora una volta un’alleanza politica con il partito di Nigel Farage con il quale, più passo il tempo, meno sembra avere in comune.
Un dato è tuttavia rilevante. Nonostante la quarantena comandata dai principali gruppi politici – popolari, socialisti e liberali – Fabio Massimo Castaldo ha perso la vicepresidenza per soli 16 voti, triplicando il risultato personale di un anno fa. Questo vuol dire che molti eurodeputati non hanno rispettato gli ordini di scuderia e hanno premiato l’impegno e il lavoro dimostrato da Castaldo, come da altri suoi colleghi, in questo primo anno di legislatura. La prossima volta, tra un anno e mezzo, potrebbe andare diversamente.
@AlessioPisano, www.alessiopisano.com