Non è arrivata la vittoria che qualcuno sperava, ma i tre tenorini de Il Volo tornano dall’Eurovision Song Contest di Vienna con un più che soddisfacente terzo posto. La vittoria, alla fine, è andata allo svedese Måns Zelmerlöw con la canzone “Heroes”, precedendo la russa Galina Gagarina (“A million voices”) e, appunto, Il Volo con la loro “Grande Amore”. L’esibizione dei nostri rappresentanti è stata una delle più applaudite nella grande arena della Wiener StadtHalle, e per un po’ i tanti sostenitori italiani che hanno seguito sui social il grande evento continentale hanno davvero sperato di riportare l’Eurovision in Italia venticinque anni dopo la vittoria di Toto Cutugno a Zagabria.
Evidentemente gli spettatori europei hanno preferito premiare una canzone contemporanea e radiofonica come quella del bel Måns, un mix di pop e dance in pieno stile svedese. Il secondo posto della Russia si spiega con un pezzo banale ma che funzionava e soprattutto con il solito valzer di alleanza strategiche tra paesi vicini che ha premiato la giovane Galina ben oltre i suoi meriti. Altro dato importante che dovrebbe far felici i ragazzi de Il Volo è che l’Italia è l’unico paese dei Big Five dell’Eurovision a essersi piazzato bene in classifica. Gli altri quattro tornano a casa con risultati imbarazzanti: ventunesima (su ventisette finaliste) la Spagna, ventiquattresima la Gran Bretagna, venticinquesima la Francia e addirittura ultima a zero punti (in compagnia dell’ospitante Austria) la Germania.
Per la Svezia, invece, quello di quest’anno è il sesto trionfo all’Eurovision Song Contest. L’ultimo è di soli tre anni fa, nel 2012, quando Loreen aveva vinto a Baku con Euphoria. Pronostici rispettati anche per le posizioni dalla quarta alla decima con, nell’ordine, Belgio, Australia, Lettonia, Estonia, Norvegia, Israele e Serbia. Sul fronte dello spettacolo televisivamente, la serata è andata liscia come sempre: ritmo serrato, pochissime interruzioni pubblicitarie, dosati e di breve durata gli interventi delle conduttrici. In meno di quattro ore, i telespettatori sono riusciti ad ascoltare 27 canzoni, a televotare e ad assistere ai 40 collegamenti con le nazioni partecipanti per la lettura dei voti assegnati. Roba che a Sanremo avrebbero spalmato in una comoda maratona televisiva di una ventina di ore.
La finale è stata trasmessa da RaiDue, con il commento di Federico Russo e Valentina Correani. Commento efficace, finalmente, dopo qualche tentativo non proprio entusiasmante nelle scorse edizioni. Il carrozzone divertente e genuinamente pop-trash dell’Eurovision Song Contest fa una breve sosta. Ma l’anno prossimo si rimetterà in moto tornando di nuovo in Svezia, a distanza di soli tre anni dall’edizione 2013 di Malmö. Per sapere da chi sarà rappresentata l’Italia dovremo probabilmente aspettare il prossimo Festival di Sanremo. Sarà difficile ripetere l’ottimo risultato de Il Volo. Ma forse potremo provarci con qualcosa di più vicino ai gusti contemporanei.