La Chiesa in Irlanda “deve fare i conti con la realtà”: a parlare così è l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin. All’indomani della schiacciante vittoria dei “sì” al referendum sul matrimonio gay, l’alto prelato ammette: “Ci dobbiamo fermare, guardare ai fatti e metterci in ascolto dei giovani. Non si può negare l’evidenza”. Lui naturalmente ha votato “no” ma afferma di vedere in questo risultato una “rivoluzione sociale“. D’altra parte, ammette lo stesso Martin, “la maggior parte dei giovani che hanno votato “sì” sono il ‘prodotto’ delle nostre scuole cattoliche. Questa è una sfida anche per la Chiesa”. I diritti degli omosessuali vanno quindi rispettati, secondo l’alto prelato, ma “senza cambiare la definizione di matrimonio”.
E molti sono i politici italiani intervenuti a commentare la travolgente vittoria dei “si” nella cattolicissima Irlanda. Secondo il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, “la nostra posizione è chiara: sì alle unioni civili, sì al riconoscimento dei diritti delle persone con un rafforzamento patrimoniale di questi diritti, no alla equiparazione al matrimonio, no alla reversibilità della pensione, no alle adozioni dei figli”. Mara Carfagna, ospite de “L’Intervista di Maria Latella su SkyTg24 ha affermato che “le coppie omosessuali sono un fenomeno diffuso nella nostra società, all’interno di un vuoto normativo che crea diseguaglianze e confusione. Ho presentato una proposta di legge e ora all’interno del mio partito oggi c’è un atteggiamento di apertura. Bisogna riconoscere diritti e doveri a chi ancora non li ha, non stiamo parlando di togliere diritti a chi già ce li ha”. “Dall’Irlanda una spinta in più. È tempo che anche l’Italia abbia una legge sulle unioni civili. Essere europei significa riconoscere i diritti”, scrive invece la presidente della Camera, Laura Boldrini.
Dopo l’esito del referendum irlandese, sono arrivati a 21 i Paesi nel mondo nei quali è possibile il matrimonio fra persone dello stesso sesso. Si tratta di Olanda, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Finlandia, Portogallo, Islanda, Danimarca, Francia, Regno Unito, Lussemburgo, Canada, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Uruguay, Sudafrica e Nuova Zelanda. L’ultimo a riconoscerlo – e il 13esimo in Europa – è stata lo scorso marzo la Slovenia. E la soddisfazione per “la valanga a Dublino” ha raggiunto anche Bono, a Phoenix (Arizona): “E’ il momento per noi di ringraziare la gente che porta pace nel nostro Paese. Oggi abbiamo la pace in Irlanda, e in effetti proprio in questo giorno abbiamo la vera uguaglianza in Irlanda”, ha detto dal palco del tour ‘INNOCENCE+EXPERIENCE’. “Milioni di persone sono andate a votare ieri per dire che l’amore è la più alta legge sulla terra, l’amore. Se Dio ci ama, chiunque amiamo e da qualsiasi posto proveniamo, allora perché non può farlo lo Stato?”, ha aggiunto il frontman degli U2, prima di dedicare ‘Pride (In the name of love)’ agli irlandesi.