Amori, ambizioni, ma soprattutto amicizie ai tempi del precariato, incastonati in una sfavillante, quanto spietata, New York. Di questo, e molto altro, racconta Due di Noi (Book Me De Agostini): opera prima della 34enne blogger e astro nascente dell’editoria americana Emily Gould. Il romanzo, che negli Stati Uniti è diventato un piccolo caso, attinge a piene mani dal materiale autobiografico dell’autrice. Le protagoniste sono le eterne e fedelissime amiche trentenni Amy e Bev: borghese, corteggiata e blogger di successo la prima, più provinciale e sospesa tra lavoretti precari la seconda.
Entrambe sognano il successo nel mondo dell’editoria. Sono diverse quasi in tutto, ma sempre complici. A rompere la sorellanza e il loro fragile equilibrio sarà la gravidanza, totalmente inaspettata, di una delle due. Sulla scia del successo della trilogia di Elena Ferrante, la Gould analizza il tema dell’amicizia femminile uscendo dagli stereotipi alla Sex and the City e scavando tra le pieghe di gelosie e competizioni. Perché nulla, nemmeno un uomo, può mettere in discussione un legame all’apparenza inossidabile, quanto il successo o la realizzazione di una sola delle parti coinvolte. E anche la Gould lo sa bene. La scorsa estate è stata protagonista di un battibecco 2.0 con la scrittrice e regista della serie tv Girls Lena Dunham, altra icona delle ventenni. In occasione del lancio americano di Due di Noi, titolo originale Friendship, Emily aveva raccontato di ammirare, ma pure un po’ invidiare, l’amica e collega Lena. “Sono stata a casa sua mentre lavoravo al romanzo –ha confessato Gould in un’intervista- e mi ci è voluta una settimana per riprendermi. Lei era ricca e di successo, mentre io ero costretta a vestirmi con abiti usati e a passare da un lavoretto all’altro per finire il mio libro”. Non sono mancate nemmeno le occasioni in cui ha sostenuto di aver spianato la strada a Girls con il suo blog che, guarda a caso, racconta proprio di ragazze, giovani, carine, diversamente occupate e alle prese con amori ancor più precari dei loro impieghi.
La Dunham non ha gradito e, senza troppi giri di parole, ha twittato “Emily Gould mi fai veramente schifo”. Fine dell’amicizia tra le giovani scrittrici più cool del momento. Probabilmente senza troppi traumi perché Emily agli scontri è abituata. Si è fatta conoscere come blogger al vetriolo del sito gossipparo –patinato Gawker, un ruolo che le ha procurato parecchi nemici, e ha fatto arrabbiare anche Ruth Curry, unica socia della sua libreria online indipendente Emily Books. Pare si sia riconosciuta troppo nel personaggio di Bev e non abbia apprezzato l’ampio uso di dettagli della sua vita privata a fini romanzeschi.
Intanto però la Gould si gode il successo e a giugno darà alla luce il suo primo figlio, avuto dal marito Keith Gessen, autore di Tutti gli intellettuali giovani e tristi. Nella sua vita c’è tutto, è l’emblema della “società liquida”. Ha vissuto ascese, cadute, riprese e, per ora, si concede anche un happy ending. Però se le chiedi che cosa sia la felicità non ha dubbi e ti risponde come Bev in Due di Noi: “Si è felici quando c’è stabilità economica”. “Inutile fingere –ha detto la scrittrice – i soldi sono quasi sempre il motore delle storie”. Come a dire, nemmeno le giovani e rampanti intellettuali di Brooklyn possono fare a meno del “vil denaro”.