Il presidente del Consiglio commenta così il risultato delle elezioni nell'Unione europea: "L’Italia potrà portare forte la voce per il cambiamento a Bruxelles nelle prossime settimane e nei prossimi mesi". Il leader della Lega Nord Salvini: "Una bella mazzata per i difensori delle banche"
Da una parte gli indignados di Podemos che conquistano Madrid e Barcellona, dall’altra il presidente della destra euroscettica che vince a sorpresa. “Venti in direzione opposta che dicono che l’Europa deve cambiare”. Matteo Renzi a poche ore dalle elezioni in Spagna e Polonia mette sotto accusa le politiche di austerità dell’Unione europea. “Il vento della Grecia”, ha detto a Rtv38, “il vento della Spagna, il vento della Polonia non soffiano nella stessa direzione, soffiano in direzione opposta, ma tutti questi venti dicono che l’Europa deve cambiare e io spero che l’Italia potrà portare forte la voce per il cambiamento dell’Europa nelle prossime settimane e nei prossimi mesi”.
Gli elettori dei Paesi più in difficoltà dell’Unione europea puniscono alle urne i partiti tradizionali. Era stato così con Syriza in Grecia a inizio anno, si riconferma dopo pochi mesi nella non lontana Spagna. A suo modo anche la Polonia sceglie la rottura con Bruxelles, virando sull’euroscetticismo del presidente meno favorito sulla carta. In Italia si resta a guardare per il momento, anche se in tanti tentano di saltare sul carro del nuovo “vento”. Così anche la Lega Nord: “Questi risultati elettorali”, ha detto Matteo Salvini a Radio Padania, “sono una bella mazzata per i difensori dell’Europa delle banche e per i servi di Bruxelles. Abbiamo tante differenze da Podemos, ma questa è una boccata d’ossigeno per l’Europa dei popoli. Al di là delle differenze e delle specificità quel che sta accadendo, compreso quel che è accaduto in Gran Bretagna, è un segnale molto chiaro. Significa che la gente vuole riprendersi il controllo dei confini, delle fabbriche, dei campi, del lavoro, delle banche. E dice basta ai burocrati di Bruxelles e ad una Europa senza anima”.
Pochi i commenti dei 5 Stelle, preoccupati che la virata a sinistra possa accomunarli con quelli che sono i fratelli “sporchi”: simili nei mezzi e nei nemici, divergono nella soluzione. Casaleggio e Grillo temono più di ogni altra cosa che le due forze vengano accomunate e per questo i grillini restano in silenzio. “Il nostro è un percorso diverso”, ha detto la capogruppo Francesca Businarolo, “ma entrambi vogliamo cambiare in positivo il Paese”. Chi esulta è invece nel suo piccolo Sinistra ecologia e libertà: “Il successo alle amministrative spagnole del movimento di sinistra Podemos“, ha commentato il capogruppo di Sel Arturo Scotto, “ci dice che l’Europa così com’è non va e che da questa crisi si può uscire da sinistra”. Intanto l’Alto rappresentante della politica estera Ue Federica Mogherini cerca di difendere l’operato dell’Ue: “I risultati elettorali”, ha detto nel corso di una lectio magistralis all’Istituto di studi di politica internazionale, “pur in modo diametralmente opposto tra loro, ma anche la situazione in Regno Unito e Grecia, dimostrano il nostro bisogno di tornare a sentirci europei. Pur essere fedeli al nostro progetto europeo pur col coraggio di cambiare”.