La puntata di questa settimana della nostra trasmissione radiofonica Jailhouse Rock la dedicheremo a Peter Tosh. È un modo per festeggiare la sentenza di qualche giorno fa riguardante il Rototom Sunsplash, il grande festival di musica reggae incriminato in nome di una legge sciocca e inutilmente repressiva sulle droghe. I giudici hanno assolto Filippo Giunta, organizzatore del festival, perché il fatto non sussiste. Quale fatto? Quello di aver aiutato a farsi qualche canna i ragazzi venuti ad ascoltare la musica.
Ma pensa te….Si organizza una cosa così bella come un festival di musica e si finisce per anni sotto processo perché “chi adibisce (…) un locale pubblico (…) a luogo di convegno di persone che ivi si danno all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope è punito, per questo solo fatto, con la reclusione da tre a dieci anni”, come recita la legge. La sentenza Rototom è una boccata d’aria contro queste idiozie, alla quale hanno contribuito gli avvocati Alessandro Gamberini e Simona Filippi, quest’ultima difensore civico della nostra associazione Antigone, nonché l’impegno di altre associazioni quali Forum Droghe e Società della Ragione. Ma adesso guardiamo più avanti e smantelliamo i mattoni alle spalle della stessa denuncia.
Il prossimo anno a New York si terrà la sessione speciale sulle droghe dell’Assemblea Generale dell’Onu. Il governo italiano, dopo anni che si dimenticava di convocare la conferenza nazionale sulle tossicodipendenze prevista per legge e pensata quale luogo di incontro tra decisori politici e operatori che lavorano sul tema, ha annunciato di volere una conferenza prima dell’appuntamento americano. Siamo nella fase delle consultazioni. Associazioni quali la nostra sono state audite dal governo con l’idea di ragionare sulle priorità e di vagliare le posizioni in campo.
Il governo italiano ha annunciato che l’Unione Europea vuole presentarsi alle Nazioni Unite con una posizione unitaria. Oramai è chiaro a tutti, Stati Uniti in prima linea, che la war on drugs ha fallito. Il prossimo anno a New York si ridisegnerà un’agenda mondiale di gestione del problema droghe. In nome delle troppe vite umane buttate, dei soldi regalati alle mafie, della libertà di ciascuno: legalizziamole!